Volare in pace e in guerra nell'aeropittura del futurista Verossì di Angelo Dragone

Volare in pace e in guerra nell'aeropittura del futurista Verossì Originale rassegna alla Narciso Volare in pace e in guerra nell'aeropittura del futurista Verossì Nel nome futurista di «Verossì» la «Narciso» (piazza Carlo Felice 18, fino al 31 marzo) offre un aeropittorico flash-back. Fin dal 1926 «Prospettive di volo» di Fedele Azali venne esposto alla Biennale veneziana quasi anticipando il «manifesto» dell'aeropittura, firmato il 22 settembre 1929 da Marinetti e da sua moglie Benedetta, da Depero, Dottori e Fillia, Prampolini, Somenzi e Tato. Fu allora che Futurismo potè sembrare termine quasi obsoleto. E si scrisse soprattutto di «aeropittura», «aeroscultura», «aeropoesia», «architettura aerea». Un modo nuovo di vedere il mondo: non tanto dall'alto, quanto da quel punto di vista in movimento (la cabina di pilotaggio) e l'obiettivo su cui puntare immobile. Venne più tardi il nome del veronese Albino Siviera (1904) che da «Campagne + monti» apprezzato da I. Scinto «per il misticismo virile di quelle campagne addolcite di primavera nella girandola di profumi-verdi ori-cielo dell'ambiente silvano» - nel giugno del '32 passò «nei ranghi accesi di dinamismo del futurismo» e, l'anno dopo, fu ribattezzato «Verossì» da Marinetti che voleva si distinguesse da un omonimo passatista napoletano. Vicende d'ordinario futurismo, oscillante tra patetico e grottesco, tra certi ardimenti (e il contributo di tanti, a cominciare da Prampolini), e le con- traddizioni d'un «regime» che ebbe i Premi Bergamo (dove poco potevano le autorità in orbace, se per quattro anni le «intelligenze» di Bottai premiarono i Guttuso e i Menzio) mentre Farinacci sgovernava a Cremona. Del pittore Verossì figurano in mostra dipinti e disegni che fingono le vertigini del volo, col «Ponte scaligero» e l'arena mobilitata nel '39 con le Giovani Italiane in camicetta bianca a scrivere «Dux». Poi l'aeropittura di guerra, ma non la «vittoria della multiforme guerra mussoliniana» evocata da Marinetti nel '42, ma la sconfitta. E per Verossì, il ritorno alla campagna tra i Prati e il Cerro dove nel '45 un tedesco ubriaco gli sparò e l'uccise. Angelo Dragone L'Arena mobilitata per il «Dux»

Luoghi citati: Bergamo, Cremona