L'elettrica tra scienza e artigianato

L'elettrica tra scienza e artigianato Siamo ancora ai primi passi: ai grandi costruttori si affiancano anche piccole a2iende L'elettrica tra scienza e artigianato A Ginevra un saloncino di questo nuovo tipo di auto Sofisticate concept-cars e modelli fabbricati in casa Al Salone di Ginevra i veicoli elettrici erano in buona parte ospitati in una struttura appositamente realizzata di fronte all'ingresso principale. Nel salone vero e proprio invece erano esposti alcuni prototipi già noti, come quelli Volkswagen, Ford e Citroen, e un «tre ruote» della Daihatsu, il BC-7: un solo posto, 180 km di autonomia a 40 km/h (batterie al nickel-zinco). Nel «saloncino elettrico» categorie diverse di veicoli. In primo piano la Fiat, che ha in listino ben tre modelli: la Panda, la 500 e il Ducato, tutti in versione Elettra. La Steyr Daimler Puch (specialista in veicoli a trazione integrale) presentava un piccolo bus elettrico, lo Steyr Ely (21 passeggeri più l'autista). Caratteristica principale quella di avere le batterie su un rimorchietto, il che consente un cambio rapido delle stesse e in futuro l'adozione di un diverso tipo di batterie. Dalla cecoslovacca Skoda due versioni derivate dalla Favorit: una berlina e un camioncino. E poi l'azienda italiana Torpedo con la variante elettrica della Seat Marbella c la francese Ligier (la marca del costruttore di Formula 1) con una versione elettrica di una vetturetta e due posti da anni in produzione (le sue particolari caratteristiche ne rendono possibile l'impiego in Francia con una patente speciale, più facile). Queste due mar¬ che hanno raggiunto un accordo di scambio della distribuzione nei rispettivi Paesi in modo da allargare le proprie possibilità commerciali. Nutrito il gruppo dei piccoli costruttori che hanno in Svizzera un campo di attività abbastanza fertile grazie alla particolare attenzione posta ai problemi dell'ambiente. Forse, in alcuni casi, l'ecologia farà premio sulla affidabilità: non è pensabile che certi artigiani abbiano i mezzi per una sperimentazione adeguata. Comunque, mentre le grandi Case si preparano ad affrontare il mercato di fine secolo, oggi c'è ancora spazio per il singolo progettista capace di trovare soluzioni innovative. In genere le auto di questo gruppo sono mini, spesso a un solo posto, il che si spiega da un lato con le modeste potenzialità dei fabbricanti e dall'altro con il tentativo di risolvere piccoli problemi di trasporto. Si partiva addirittura da una motoretta - la City Bike - che offre una velocità massima di 40 km/h e una autonomia di circa 35 km. Un po' pochi anche per l'uso in città, ma il caricabatterie incorporato permette di recuperare autonomia a condizione di trovare facilmente prese di corrente. Nel panorama spiccavano una monoposto a tre ruote (la MiniEl-City) che dà le stesse presta¬ zioni della motoretta, ma almeno non ci si bagna se piove. E poi prototipi dai nomi evocativi come Helios e Stromboli oppure incomprensibili come SchaiSpezial II e Thalmann-Mobile. Numerose erano le vetturette a due posti, soluzione considerata più pratica. Oltre alla già citata Ligier, Ginevra ospitava l'italiana Spazia (venduta in Svizzera come Spacia), la Microcar Light, la Puly-City, la Pop and go, la Solec Riva. Tutti i produttori molto onestamente dichiaravano velocità comprese tra i 65 e i 75 km/h e autonomie che vanno da 30 a 70 km a seconda dei percorsi. E con le strade montagnose della Svizzera c'è poco da scherzare. Anche alcune proposte di camioncini: un Poker Torpedo, attrezzato per il cambio rapido delle batterie, un Ecodrive-Minivan e un Volta: giusto omaggio, quest'ultimo, all'italiano che alla fine del Settecento inventando la pila aprì la strada, è il caso di dirlo, all'auto elettrica. Siamo ancora all'epoca pionieristica ma chi vuole essere tra i primi non ha che l'imbarazzo della scelta. Gianni Rogliatti li BC-7 Daihatsu a un posto e (a lato) uno schema della versione Elettra della Cinquecento; sotto, la Favorit elettrica della Skoda

Persone citate: Gianni Rogliatti, Light, Ligier, Puch

Luoghi citati: Francia, Ginevra, Svizzera