«Lontano dal calcio non vivo» di Claudio Giacchino

«Lontano dal calcio non vivo» Ecco Liedholm «Lontano dal calcio non vivo» VERONA DAL NOSTRO INVIATO Allo stadio «Bentegodi» di Verona è andata in scena, ieri mattina, la commedia buffa «L'allenatore risorto»: mattatore, Nils Liedholm, regista Stefano Mazzi, presidente della società scaligera, comparsa d'eccezione Mariolino Corso. Il sipario si apre su una-Volkswagen scura targata Alessandria dalla quale scende Liedholm. Dalla strada, si leva il coro di cento tifosi: «Dai, vecio Nils, che se salvemo». Il «vecio», dritto come un fuso, sorride ai sostenitori: quasi tutti pensionati, il più giovane ha già valicato la cinquantina, gridano commossi all'attempato eroe i fulgidi ricordi della sua impresa di un quarto di secolo fa quando arrivò, trovò una squadra a pezzi, la salvò dalla serie C e la stagione successiva la portò in A. Gli atti della commedia si recitano lontano dagli entusiasmi popolari, nel ventre dello stadio. Liedholm si cala nel ruolo dell'allenatore risorto regalando una sorpresa: «Durante il campionato mi hanno richiesto due grossi club; ho rifiutato, non avevo più voglia di buttarmi nella mischia. Al Verona, invece, ho detto di sì per la riconoscenza che le debbo: nel 1967, ero disoccupato da mesi e reduce da un'epatite: la chiamata di questa società fu un aiuto enorme». Tutti a domandarsi quali mai saranno i due «grossi club rifiutati»: ben presto sorge il dubbio che il «vecio Nils» abbia placidamente mentito. Infatti, il mattatore inanella contraddizioni con un'imperturbabilità non sai se straordinaria o grottesca: «Ho accettato Verona perché non ne potevo più di star fermo... La lontananza dal calcio equivale ad un lento morire... Dall'89 ero fuori dal football, m'è mancato non potete immaginare sino a qual punto». La scandinava flemma dell'allenatore risorto produce lodi sperticate a tutti, in primis al Fascetti trombato: «Tanto bravo e sfortunato». Seguono le assicurazioni (si fa per dire): «Il Verona mi ha cercato solo lunedì mattina. Può fare gli 11 punti necessari per la salvezza. No, non credo nell'astrologia». Il patron Mazzi lo smentisce: «Appena ci siamo accordati ha aperto l'almanacco del calcio. Pensavo volesse apprendere i nomi dei giocatori: invece, era interessato al loro zodiaco». Liedholm ride che i migliori pedatori sono Scorpioni «nel Verona ce n'è più d'uno, bene bene». Accanto gli siede Corso: sembra il maggiordomo invitato dal padrone: «Dai, partecipa anche tu alla festa». La buona creanza suggerisce qualche domanda anche per Corso, che smozzica laconiche banalità ripetendo: «Il signor Liedholm decide, il signor Liedholm vedrà». Intanto, il «signore» è richiesto di spiegare se è tornato al calcio per passione o per soldi. Esita, per lui risponde una voce fuori campo: «Per la passione dei soldi». Sipario. Claudio Giacchino

Persone citate: Fascetti, Liedholm, Nils Liedholm, Stefano Mazzi

Luoghi citati: Alessandria, Verona