Nel '93 per il camion il lavoro sarà mobile
Nel '93 per il camion il lavoro sarà mobile L'Iveco presenta i piani al sindacato Nel '93 per il camion il lavoro sarà mobile Rivoluzionato il modo di produrre Orario e ferie collegati al mercato TORINO. Un autocarro per attraversare gli Stati Uniti, da un oceano all'altro, impiega in media 32 ore; lo stesso Tir, per attraversare l'Europa interrotta da quattro frontiere, ha bisogno di circa 100 ore. Tra meno di un anno, dal 1° gennaio del 1993, la situazione migliorerà con l'abolizione delle frontiere. Lo sconvolgimento nel trasporto di cose e persone sarò progressivo, però le aziende costruttrici di veicoli si stanno preparando. E' il tema affrontato ieri dall'Iveco con i sindacati nella prima riunione del Comitato Consultivo: la delegazione aziendale era guidata da Michele Figurati, responsabile delle relazioni industriali Fiat, con il responsabile del personale Iveco Gaboardi e il vice direttore dell'Unione Industriale Gherzi; per i sindacati sono intervenuti Mazzone della Fiom, Inglisano della Firn, Contento della Uilm e Cavalitto del Sida. «Sarà un cambiamento epocale della produzione e dei mezzi», ha detto Inglisano della Firn. Ecco alcuni esempi. Oggi un autocarro olandese che scarichi merci a Napoli deve tornare a casa vuoto (domani potrà fare un carico a Napoli e rientrare in Olanda pieno). Le grandi società di trasporti avranno un forte potere contrattuale ed i piccoli tenderanno a ridursi di numero (l'Italia ha poche ditte grosse e molti piccoli); il potere contrattuale si esprimerà verso le aziende costruttrici (per esempio acquisto mille autocarri, 200 per Paese, ma chiedo di pagarli tutti in fiorini). Oltre alla qualità e alla tempestività della fornitura nasceranno grossi problemi di assistenza e di posizionamento in Europa. L'Iveco, che copre il 20 per cento del mercato, ha già una struttu- Michele Figurati ra internazionale con stabilimenti in cinque Paesi: Italia, Spagna, Francia, Germania, Inghilterra. La ripresa, che era prevista per la seconda metà di quest'anno, slitterà all'inizio dell'anno prossimo. Il mercato è ciclico. Ciò significa che ci saranno «picchi» di domanda e cadute. «Dovrà cambiare - ha detto Cavalitto del Sida - il modo di produrre e il sindacato sarà coinvolto in queste trasformazioni. Per fare un esempio potrà accadere che in uno stabilimento certi gruppi di lavoratori siano chiamati a prestazioni straordinarie mentre altri sono in cassa integrazione». Accade già oggi: «Nello stabilimento di Foggia - ha ricordato Cavalitto - proprio in questi giorni abbiamo accettato l'anticipo di tre giorni di ferie per poter lavorare di più nel secóndo semestre dell'anno». Inglisano a aggiunto: «Lo stesso problema l'avremo probabilmente nelle officine di Suzzara e Brescia. L'azienda oggi non vuole più produrre per il magazzino ma su richiesta del cliente. Per il sindacato il problema è di individuare strumenti contrattuali di flessibilità al fine di evitare, nell'interesse comune, perdite di mercato». La disponibilità del sindacato «non è a senso unico - ha affermato Cavalitto - perché la partecipazione non deve più limitarsi all'informazione sui programmi ma essere estesa alle scelte aziendali». Il prossimo incontro per la Iveco è stato fissato per il 13 maggio: si parlerà di prodotto, strategia e qualità, elementi decisivi per la «sfida globale» nell'Europa senza frontiere. Sergio Devecchi Michele Figurati
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