Convegno su musica del '400

Un «abraso» a Toquinho il sognatore Ai Colosseo Un «abraso» a Toquinho il sognatore TORINO. E bravo Toquinho. Un bel concerto, di quelli di una volta. Semplice, lineare, fresco. Hanno avuto ragione, i torinesi - pochini, meno di ottocento che l'altra sera sono andati al teatro Colosseo, si sono accomodati in poltrona e si sono goduti un paio d'ore di buona musica, ben eseguita e offerta con simpatia molto, come dire?, brasileira. Il chitarrista e cantante di Sao Paulo si dimostra ancora una volta, e ancor più di altre volte, entertainer di consumato mestiere. Conversa amabilmente fra un brano e l'altro, e non cade nel vezzo di promuovere ad ogni costo il disco nuovo: presenta la title-track «Il viaggiatore del sogno», un latin-rock attento al gusto di moda, ma poi preferisce costruirsi con garbo un'antologia sentimentale, scegliendo fior da fiore in un repertorio infinito, e indulgendo in affettuose dediche agli amici di sempre. Ai maestri e compagni brasiliani, a Vinicius de Moraes e a Chico Buarque. E agli italiani. «Un abraso a te, Serscio Endrigo», e accenna «La casa dei matti». «Un abraso a te, Ornela Vanoni», e cesella «La voglia la pazzia l'incoscienza l'allegria». «Un abraso a te, Paola Turci», e ripropone la sanremese «Ringrazio Dio». «Ecco la cansone che è stata o primo contato con questa nostra Italia che adeso è la mia seconda patria», e offre una sambeggiante «Roma min fa la stupida stasera». Vabbé, la perfezione non è di questo mondo, e quando per mandare un «abraso» a Lucio Dalla il buon Toquinho propone la sua personale idea di «La casa in riva al mare», il confronto con l'originale è a perdere. L'eccesso di romanticismo spezza la tensione del brano. Nulla di grave, comunque. Toquinho ha altre frecce nel suo arco: gli basta pizzicare sulla sei corde le note di «Tristezza», gli è sufficiente ondeggiare al ritmo della «Ragazza di Ipanema», e vien giù il teatro. Si improvvisa pure talent scout, il brasilian dal multiforme ingegno, e invita sul palco a duettare in «Io senza te» una brunetta romena, tale Ramona Badescu, che, spiega, «è una cantante nota nel suo pais, e adeso è in Italia per inisiare una cariera da voi». Benvenuta, perché ha voce e anima. Purché non la rovinino. In sala c'è una colorita rappresentanza brasiliana, con scambi di battute e messaggi personali. A tratti pare una festa in famiglia, ma gli italiani non si sentono esclusi, perché il generoso Toquinho ha il culto dell'amicizia: presenta i musicisti, e sono tutti «vechi amisi da tanti anni», parla di Torino e spiega che è contento di esser tornato perché «trovo i vechi amisi e ne conosso di nuovi». Alla fine c'è l'abbraccio (anzi, 1'«abraso») generale, «grasie a voi che siete l'eco delle nostre voci, un bacio grande con tuto il cuore». E vai con «Aquarello», il bis atteso, applaudito, inevitabile, [g. ter.)

Persone citate: Benvenuta, Chico Buarque, Endrigo, Lucio Dalla, Paola Turci, Ramona Badescu, Semplice, Vanoni, Vinicius De Moraes

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino