Uccise il figlia drogato è libera

Uccise il figlia drogato, è libera Quando l'ha saputo ha pianto, poi ha confortato la compagna di cella Uccise il figlia drogato, è libera Savona, 3 mesi dopo il delitto per disperazione SAVONA. Omicida confessa del figlio, Maurizio Ratto, 25 anni, tossicodipendente, ucciso a martellate lo scorso 26 novembre, ieri è tornata in libertà, per ordine dei giudici del tribunale del riesame di Savona. Lei è Iolanda Mazzo ne, 56 anni, omicida per disperazione. Ha accolto la notizia della scarcerazione con un malcelato stupore e il sorriso dolce, che l'ha sempre accompagnata negli anni d'inferno vissuti accanto al figlio tossicomane. Poi, i suoi occhi si sono riempiti di lacrime, ha mormorato parole di conforto alla sua giovane compagna di cella ed ha lasciato il carcere di Pontedecimo (Genova), a bordo dell'auto del figlio minore, Massimo, ed è tornata a Savona, a casa dell'altra figlia, Daniela, in attesa di un bimbo che nascerà fra pochi giorni. Da ieri, Iolanda Mazzone è una donna assolutamente libera. In questi casi, infatti, la legge non prevede misure alternative al carcere (arresti domiciliari), né obblighi particolari, quali la firma settimanale in questura o presso i carabinieri. Il sostituto procuratore della Repubblica Alberto Landolfi, che accusa di omicidio volontario la donna, ha dato parere favorevole alla scarcerazione. «I giudici del tribunale - ha commentato - non hanno fatto altro che applicare la legge». E la legge prevede che anche un'omicida possa essere scarcerata, quando non esistono più ragioni di custodia cautelare: pericolo di fuga, di inquinamento delle prove, o il rischio che possa commettere un altro delitto. Per Iolanda Mazzone non era ragionevolmente ipotizzabile un tentativo di fuga, o un nuovo omicidio. Lo aveva già riconosciuto il giudice delle indagini preliminari, Fiorenza Giorgi. Però, le aveva negato la libertà, perché temeva un inquinamento delle prove. I difensori di fiducia della donna, Carlo Coniglio e Luciano Chiarenza, sostenevano il contrario. Nelle tre pagine dell'ordinanza di scarcerazione, il tribunale di Savona sostiene che anche il pericolo di inquinamento delle prove è venuto meno. Iolanda Mazzone uccise il figlio dopo l'ennesima minaccia, per costringerla a dargli i soldi per l'eroina di cui era schiavo e che si iniettava in dosi sempre più massicce. Ora, nella casa della figlia Daniela, dove si è rifugiata, la donna parla di Maurizio, ucciso con il martello con cui era stata aggredita, come fosse ancora vivo. Brano Balbo

Persone citate: Alberto Landolfi, Balbo, Carlo Coniglio, Fiorenza Giorgi, Iolanda Mazzo, Iolanda Mazzone, Luciano Chiarenza, Maurizio Ratto

Luoghi citati: Genova, Savona