«C'è un piano per sconvolgere l'Italia» di Alberto Rapisarda
«C'è un piano per sconvolgere l'Italia» Allarme di Scotti ai prefetti: una mente misteriosa sta organizzando un colpo di Stato «C'è un piano per sconvolgere l'Italia» I delitti eccellenti previsti dai servizi segreti Nel mirino c'è anche «un futuro Presidente» ROMA. C'è un piano per destabilizzare l'Italia con assassino di politici democristiani, socialisti e del pds e col rapimento di «un futuro presidente della Republica». Alle 15,40 di ieri il ministero dell'Interno fa sapere attraverso l'agenzia Ansa (che la diffonde sul canale delle cronache e non della politica) che ha dato l'allarme generale a tutti i Prefetti del Paese perché vigilino alla luce della nuova interpretazione dei fatti degli ultimi giorni. E prende così corpo il fantasma di una minaccia di colpo di Stato ordito da una misteriosa mente. E tra assensi, dubbi su possibili strumentalizzazioni elettorali e incredulità, riaffiorano i timori che investirono l'Italia al tempo del rapimento e dell'assassinio di Aldo Moro da parte dei terroristi delle Brigate Rosse. Di fronte all'allarme del ministro Scotti la sorpresa è stata generale. Cossiga, contrariato, ha detto che non ne sapeva nulla. E così Occhetto, segretario del pds. Il presidente del Senato, Spadolini, ha parlato subito con Scotti e ha concordato una sua comunicazione venerdì alla Commissione competente di palazzo Madama. L'agitazione e l'allarme sono grandi, anche perché i morti ci sono realmente stati. Ma la circolare ai prefetti non è frutto degli assassini del de Lima, del consigliere del pds di Castellammare di Stabia, Corrado, e del sindacalista socialista in Belgio, Salvatore Gaglio, fa sapere Scotti. E', invece, frutto di una «rilettura», alla luce di questi omicidi, di un documento raccolto dai servizi di sicurezza e trasmesso alla magistratura nei mesi scorsi, nel quale si preannunziava l'assassinio di politici di de, psi e pds e il citato rapimento. Il ministero ricorda tutta una serie di fatti che, valutati globalmente, fanno sospettare un piano. E cita «minacce anomime, documenti apocrifi, rivendicazione e segnalazioni a nome di strane sigle», come la «Falange armata». Minacce sono giunte a ministri (i siciliani Mannino e Vizzini), si sono intensificate le telefonate anonime che segnalano bombe inesistenti. Il ministero collega al tutto anche l'intrusione notturna negli uffici della Commissione del Senato che indaga sullo scandalo Bnl e i suoi addentellati in Usa e gli «strani» furti nelle abitazioni di poliziotti, periti e giornalisti che stanno lavorando sulla strage di Ustica. La nota dell'Ansa non lo dice, ma la conclusione che vuol fare trarre è che si sono rimessi in moto pezzi deviati di servizi segreti con complicità internazionali. «La guerra alla mafia, se se ne vuole colpire il cuore interno ed esterno al nostro Paese, sarà lunga e difficile», aveva però detto, ieri, in un articolo pubblicato da «Repubblica» il ministro dell'Interno. Richiesto di ulteriori chiarimenti, Scotti ha risposto: «Non ho nulla da aggiungere». In serata, il vicepresidente del Consiglio, il socialista Martelli, dovrebbe aver avuto un colloquio chiarificatore col ministro dell'Interno. Craxi, chiuso nel suo quartier generale all'Hotel Raphael, medita e cerca di capire come aveva annunziato dopo l'assassinio del militante socialista in Belgio. Per il momento, il psi si tiene sulle generali: «Non è che non ci credo ad una manovra destabilizzante, ma voglio capire bene di cosa si tratta - ha detto Martelli prima dell'incontro con Scotti -, abbiamo appena una informazione di una circolare ai prefetti. La destabilizzazione mi pare difficile che possa ancora essere pensata, 15 anni dopo il sequestro e l'assassinio di Moro, come una possibilità di travolgere un Paese come l'Italia». L'«Avanti!» di oggi se la prende con i giornali che danno, a suo dire, troppo peso alle noti- zie negative ed insinua il sospetto che «mani invisibili siano all'opera per produrre uno sbocco disastroso». Convenendo in questo con la de. Il psi ha il sospetto, comunque, che la de cerchi un vantaggio elettorale drammatizzando la situazione. Ed anche Occhetto osserva che gli sembra strano che il governo dia notizie del genere solo ora. Tuttavia, il segretario del pds è convinto anche lui che «ci sono poteri occulti e segreti che dominano questo Paese e che fanno la campagna elettorale come vogliono loro. Bisogna finalmente capire cosa da tempo in Italia c'è di segreto che interviene nei momenti politici più delicati». Già in una riunione della direzione del pds, dopo l'assassinio di Lima, secondo quanto rivela «Il Sabato», era stato fatto l'accostamento col delitto Moro e si è parlato di un difficile incontro tra Kissinger e Andreotti, avvenuto il giorno prima dell'assassinio di Lima. Per il repubblicano La Malfa, di fatto il governo è stato scorretto a dare notizia delle temute trame attraverso l'agenzia e non informando prima i partiti. Per Marco Pennella il rischio di un colpo di Stato c'è. Il capo radicale aggiunge anche che con l'assassinio di Salvo Lima si sta ripetendo lo schema che nel 1977, dopo l'assassinio di Giorgiana Masi, permise al ministro dell'Interno di allora, Cossiga, di estendere a tutto il Paese «l'illegale decreto di sospensione dei diritti costituzionali». Ora Cossiga, «come capo dello Forze Armate, si dichiara pronto a passare allo stato di eccezione e alle leggi speciali», sostiene Pannella. Alberto Rapisarda «Le minacce anonime i documenti apocrifi e le recenti rivendicazioni fanno parte del complotto» Il cadavere di Salvo Lima coperto da un lenzuolo e, a sinistra, il corpo senza vita di Sebastiano Corrado
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