«Il crimine, figlio dell'individualismo»

«Il crimine, figlio dell'individualismo» w DE RITA «Il crimine, figlio dell'individualismo» ROMA. La criminalità organizzata è figlia mostruosa ma «legittima» della società occidentale, almeno di quella che conosciamo da 10 anni. L'individualismo sfrenato, l'attenuarsi dei conflitti sociali che in passato avevano favorito la crescita, il tramonto delle ideologie hanno provocato uno sbandamento di frange sempre più vaste della popolazione verso l'illegalità. Giuseppe De Rita, presidente del Cnel ed ex direttore Censis, spiega così il dilagare dei fenomeni criminosi. Parlando alla scuola allievi ufficiali dei carabinieri, il sociologo ha definito «marmellata» una comunità che si presenta senza regole, valori, conquiste. «Una certa tendenza a demolire le grandi organizzazioni, si tratti dell'Urss o dello Stato - ha detto De Rita crea incertezza e forte spinta all'appropriazione». E proprio al concetto di appropriazione è legata gran parte della teoria: «In questo quadro compaiono gli sciacalli, nel senso che ognuno prende pezzi del potere precedente, arraffa quello che può». Il conflitto, quindi, da socio-politico che era diventa «brutale» e in questo gioco al massacro le organizzazioni criminali sanno dare il meglio di se stesse. Secondo De Rita, l'unica via d'uscita deve percorrerla lo Stato, «ricominciando a costruire e non più a demolire, normalizzando l'appropriazione e stimolando i soggetti sociali in grado di offrire alternative a questa logica». [1. f. 1.]

Persone citate: De Rita, Giuseppe De Rita

Luoghi citati: Roma, Urss