Trota di Schubert e tagliente Ravel di P. Gal.

Trota di Schubert e tagliente Ravel Il concerto benefico per l'Opera S. Giobbe Trota di Schubert e tagliente Ravel TORINO. Guidato dalla pianista Anna Maria Cigoli e dal violinista Antonello Manacorda, il quintetto completato da Roberto Righetti (violino), Bruno Boano (viola) e Enrico Dindo (violoncello), ha fornito l'altra sera una brillante esecuzione del famoso Quintetto della Trota di Franz Schubert. Nell'Aula Magna della Caserma Cernaia, gremita dagli invitati dell'Opera di San Giobbe, i cinque strumentisti appartenenti alla Nuova Gioventù Musicale Europea, hanno deliziato, il pubblico con la verve, la capacità di rendere teso e brillante questo capolavoro, che sprizza giovinezza e felicità, e lascia in disparte le angosce e i luttuosi presagi che tante volte attraversano la musica di Schubert. Prima dell'esecuzione il soprano americano di origine indiana, Maya Randolph, ha fatto sentire, isolato, il Lied che Schubert avrebbe usato per le variazioni del Quintetto, estendendo a tutti i movimenti l'idea della vita acquatica che il Romanticismo aveva fissato in caratteristici segni musicali: scale, arpeggi, accompagnamenti cullanti, disegni instabili, fluttuazioni di ogni tipo. Il concerto benefico ha visto lo stesso soprano impegnata nella esecuzione dei Canti d'amore di Brahms op. 61, tanto generici nell'espressione della felicità quanto intensi, profondi e conturbanti in quella della malinconia e del dolore. Poi, dopo l'intervallo, la Cigoli e Marco Bianco hanno eseguito la Rapsodia spagnola per due pianoforti di Ravel, definendola con la nettezza e la tagliente oggettività necessaria all'evocazione d'una Spagna asciutta. Insistenti applausi, ripetuti dopo ogni pezzo, hanno accolto i bravissimi strumentisti della Nuova Gioventù Musicale Europea nel programma che prevedeva, ancora, come brillante finale, il «Carnevale degli animali» di Saint-Saèns. Concesso un bis. [p. gal.]

Luoghi citati: Spagna, Torino