«La Spagna è troppo piccola per Castro e me»

«La Spagna è troppo piccola per Castro e me» Uno scrittore dissidente in esilio rifiuta di partecipare alle Colombiadi di Siviglia e denuncia l'«idillio con Cuba» «La Spagna è troppo piccola per Castro e me» Cabrerà Infante: Fidel è stato invitato nell'anniversario della sua rivoluzione EBARCELLONA A Spagna non è abbastanza grande perché possiamo starci, anche se per pochi giorni, il tiranno ed io». Con queste parole, lo scrittore cubano dissidente Guillermo Cabrerà Infante è sceso in campo contro l'Esposizione Universale di Siviglia, che si sta preparando a festeggiare la Cuba di Fidel Castro. Lo scrittore era atteso in Spagna per partecipare a un convegno sulla cultura catalana, che si terrà a Barcellona la settimana prossima. Ma dal suo esilio londinese ha mandato una secca lettera agli organizzatori del simposio per annullare la partecipazione. «La battuta era di Gary Cooper nel film The Virginian, ma il messaggio, adesso, è mio», ha scrìtto Cabrerà Infante. Lo scrittore dice no alla Spagna, ma nello spiegarlo mette in rilievo una coincidenza, nel calendario delle celebrazioni colombiane del '92, che probabilmente era sfuggita ai più. «Il governo spagnolo ha deciso di tributare a Fidel Castro gli onori di Capo di Stato», scrìve Cabrerà Infante. «Come se non bastasse, l'Expo sivigliana celebrerà il "Dia de America", (la giornata dell'America) il prossimo 26 luglio. E' un'enormità, uno schiaffo per tutti i cubani che vivono in patria o in esilio». Perché, spiega Cabrerà Infante, «il 26 luglio è il giorno in cui Castro e il suo gruppo terrorista assaltarono una caserma dell'Esercito di Batista a Santiago di Cuba». «E' successo nel 1953 - aggiunge lo scrittore - ma da allora è un anniversario essenziale per i castristi. Persino il gruppo che lo portò al potere si chiamava "Movimiento 26 de julio". Queste non sono certo informazioni riservate, il governo spagnolo le conosce benissimo. Fidel, che le ha ben presenti, il 26 di luglio terrà una conferenza pubblica a Siviglia: e per lui, che lo sa, come per quanti lo ignorano o preferiscono ignorarlo, l'occasione si trasformerà in una festa castrista. In un affronto alla Spagna, e alla democrazia». «Scusatemi», conclude, «se non potrò essere con voi, ma finché in Spagna sventola la bandiera castrista, io non potrò entrare». Se non cambia¬ no le cose, resterà fuori dai confini a lungo. Negli ultimi mesi tra l'opinione pubblica spagnola e il regime cubano è nato un vero idillio, scandito da immagini ricorrenti sulla stampa: abbracci di Castro a uomini politici spagnoli in visita sull isola, appelli in favore della fine dell'isolamento internazionale cui è sottoposto il regime di Fidel Castro. Il punto più alto di questa politica della mano tesa è stato toccato con la grazia a un gruppo di prigionieri politici, concessa dal dittatore cubano su intercessione di Manuel Fraga, leader della destra spagnola. Ma la Spagna che si prepara a festeggiare a Siviglia i cinquecento anni dalla scoperta dell'America, ora dovrà molto probabilmente incominciare a fare i conti anche con i dissidenti. Anna Rabino Fidel Castro. Sopra, Cabrerà Infante: vive in esilio a Londra