VERSO il 5 APRILE di Fabio Martini

Cariglia: questa dc è strabica guarda al psi e anche al pds Il segretario psdi critica Craxi: non dichiara le alleanze, vuole negoziare dopo il voto Cariglia: questa dc è strabica guarda al psi e anche al pds VERSO IL 5 APRILE ROMA. In una delle campagne elettorali più indecifrabili della storia delia Repubblica, Antonio Cariglia si è voluto togliere uno sfizio: ha fatto preparare migliaia di manifesti giganti, dominati dal suo volto pensoso, e li ha fatti attaccare sui cartelloni di tutta Italia. Segretario, dica la verità: quel manifesto è un tributo alla moda del "leaderismo", oppure lei confida davvero che la sua faccia possa portare voti? Sì, penso che la mia immagine possa essere utile. Gli esperti di comunicazione mi dicono che godo di buona stampa ed è bene enfatizzare il mio ruolo, identificare il partito col suo segretario. Stavolta l'elettorato può riservare più sorprese del solito: ha un po' di paura per le sorti del suo partito? No. Il mio è l'unico partito che ha la proposta chiara, netta e precisa. Può non piacere, ma l'hanno capita tutti. Ai nostri alleati - de, psi e pli - abbiamo detto una cosa semplicissima: prendiamo l'inziativa, dichiariamo che vogliamo governare insieme per cinque anni. In più, noi insieme a Craxi, potevamo dire alla de: bada che è l'ultima volta, perché noi lavoriamo per un sistema politico delle alternanze. La de sarebbe stata obbligata a stare al gioco invece di fare l'occhio di triglia a destra e manca. Ma Craxi ha detto prima delle elezioni cosa farà: cosa gli rimprovera? Leggo che Craxi continua a dire: non vedo altra alternativa che l'alleanza con la de. Va bene, e allora? Perché non siamo andati alle elezioni con la proposta di un'alleanza chiara come dicevamo noi? La verità è che il psi non ha voluto dichiarare l'adesione alla coalizione per poter negoziare dopo. Una brutta pratica di stampo levantino. Intanto Craxi si è già candidato come presidente del Consiglio: vi sta bene? No, non ci sta bene. A Craxi dico: questa tua candidatura, noi non la accettiamo. Diverso sarebbe stato se fosse venuto a discuterne prima delle elezioni, nell'ambito di una coalizione. Ma in queste condizioni Craxi dovrà guadagnarsela e non creda di averci a disposizione comunque. Tutti parlano di riforme istituzionali: per voi come si sblocca il sistema? Noi lo diciamo prima degli altri: la riforma è una sola. Andare alle elezioni con una legge elettorale che favorisca i collegamenti, consentendo un premio a chi si allea. Noi vogliamo governi in grado di governare per cinque anni, come accade negli altri 11 Paesi della Comunità, nessuno escluso, e dove i governi si formano un minuto dopo le elezioni. Siamo per il presidente del Consiglio eletto dai Parlamento e che possa essere allontanato sol- tanto attraverso la sfiducia costruttiva. Una proposta ricalcata da quella democristiana... No, è la proposta de simile alla nostra. Noi l'abbiamo lanciata nel congresso di Rimini del 1989. Ma l'importante sarebbe realizzarli per davvero, i progetti. E invece la de non sostiene il suo progetto perché è strabica: con un occhio guarda al psi e con l'altro guarda al pds. Quando parla di unità socialista per il dopo-elezioni, Craxi si rivolge al pds. Voi, vi snobba... Sì e fa bene a snobbarci, perché l'unità socialista come la vuole Craxi non ci sarà mai. L'unica unità possibile è socialdemocratica. La sinistra italiana si deve socialdemocratizzare, ma questo non è un problema di parole, ma di stile. Saragat diceva: quando c'è da scegliere il bene del Paese e il bene del partito, scegli il Paese. Il potere non è l'unica possibilità per allargarsi. Guardate il psi... A proposito di unità: se oggi il psdi si presenta alle elezioni, è anche perché, quattro anni fa, avete re- sistito al tentativo di "annessione" da parte del psi. Oggi lo può dire: tra i grandi leader, chi vi fu più vicino in quelle settimane difficili? Ciriaco De Mita. Ma tutta la de si comportò bene, anche se non lo fece certo per i begli occhi di Cariglia. La de applicò la regola dell'«aspetta e vedi». Capì, più del psi, che il psdi non era assoggettabile. Sul delitto Lima perché avete sposato il teorema dc-pds dell'attacco alla democrazia? Sono gli altri che sposano i no¬ stri teoremi in molti campi. Sul caso Lima abbiamo detto che aspettiamo di conoscere la verità ed essendo un delitto premeditato e non passionale, deve pur esserci una ragione perché sia stato compiuto prima del 5 aprile. Il presidente dei suoi deputati, l'on. Caria, propone la pena di morte e un carabiniere al ministero dell'Interno. Rincorrete i missini? Caria ha espresso un'opinione personale. Noi chiediamo che le forze armate escano dalle caserme esattamente come l'esercito inglese, che presidia i punti strategici per fronteggiare l'Ira. La corte al msi la fanno quelli che aspirano alla Presidenza della Repubblica, quindi non noi. Ci sarà un effetto-Cossiga sulle elezioni? Se sì, chi avvantaggerà e chi penalizzerà? No, non credo che ci siano partiti che possano avvantaggiarsi delle picconate. La rabbia ha un limite oggettivo: l'assenza di un'alternativa concreta. Quale risultato considererebbe un successo e quale un insuccesso? Un successo? Che il quadripartito superi il 50%. Il psdi? Le previsioni sui piccoli numeri è difficile farle. Fabio Martini «Effetto Cossiga? Non ci sono partiti che possano trarre vantaggio dalle picconate. La rabbia ha un limite: manca un'alternativa» Antonio Cariglia, segretario del partito socialdemocratico. «I governi devono durare 5 anni»

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