Cariglia: questa dc è strabica guarda al psi e anche al pds

Moana in videocassetta Tutti gli altri in tv r L'ACCHIAPPAVOTI ~1 Moana in videocassetta Tutti gli altri in tv RONTI con il telecomando, si fa un giro panoramico, a caccia di cacciatori elettorali. Eccone uno. In aeroporto. Legge nientemeno che «Le Monde». Ci guarda: è Cariglia. Che stia partendo? Ma no, resta. E come se non bastasse, viene verso di noi: «Vedete in quarant'anni l'Italia è diventata la quinta potenza industriale del mondo». Ha cominciato e non lo ferma più nessuno, avanza. Da un altrove sorge il sole socialdemocratico. Poi tocca allo slogan: «Da sempre sulla rotta giusta», con allusione all'aereo che è partito davvero e che solca, da sinistra a destra, il teleschermo. Cariglia è scomparso, ma qualcosa ci dice che lo ritroveremo. Nello stesso aeroporto (guarda un po' i casi) c'è la famiglia scudocraciata che aspetta il figliolo. Il quale figliolo arriva, anche se in ritardo. E come la de abbraccia tre generazioni (nonno, genitori, fratellino pischello). E' un abbraccio contro «chi vuole disgregare l'Italia». Un abbraccio «per il tuo futuro». Compare Aniasj (potere del telecomando) e sale sul taxi. «Dov'è che si va?» fa il tassista meneghino. E lui: «All'aeroporto!». Però poi si ferma prima, il tempo di imbracciare un garofano e dire: «La mia promessa è l'impegno di sempre». Chissà se uno psicologo, un sociologo, un politologo ci sapranno spiegare (un giorno) questa passione elettorale per gli aeroporti. Che sia una metafora? Che sia un messaggio? Che sia una citazione? Ma no, forse vuole solo alludere a una vita spericolata, dinamica e in conto spese. Una vita onorevole. Avanti con lo zapping. Un chiodo in primo piano. Un martello. Un muro. Piantato il chiodo, la signora casalinga ci appende la vecchia grattugia. Non serve più, è arrivata Grati, che sbriciola il pecorino come un turbocompressore. Un altro chiodo, un altro martello. Questa volta però è il pli. Nella persona di Altissimo, che non vuole appendere niente, ma chiede aiuto: «Dateci la forza I vuol I chie per cambiare le cose». Il martello è (dovrebbe essere) la versione casalinga del piccone, peccato che ci si sia messa di mezzo quella sciocca grattugia a sbriciolare il messagggio. Zapping. «Vi voglio bene! Metto in palio la mia parola!», grida un telepiazzista che in questi duri pomeriggi vorrebbe rifilarci 700 villette costruite «in prima linea sul mare!» (ma Italia Nostra lo sa?). Pure i candidati ci vogliono bene e mettono in palio la loro parola. Che è già molto, a parte l'estremismo affettivo di Moana che nelle elezioni come nella vita mette in palio tutta se stessa. Ma Moana, per il momento non compare in tivù, preferisce le videocassette. Per esempio' ci vuol'bene La Malfa, anche se con la sua solita burbanza di uomo che non ride. Alle sue spalle si illumina l'Italia: «Io voglio unire l'Italia onesta e voglio farla vincere». Punto e stop. Ci vuole bene la de lombarda che contro gli sfascisti mette in campo un bambino addormentato e una mamma che lo accarezza, prima di spegnere la luce. Là fuori il mondo va a rotoli, ma qui, per fortuna, c'è ancora la mamma. E lo slogan dice «De, ci vediamo domani», con tono suadentissimo, per smentire i soliti denigratori che in quel saluto saprebbero leggerci un avvertimento. Ci vuole bene persino questo bel signore che parla calmo, da dietro una scrivania. Se la prende con i servizi che non funzionano, con le pensioni che non sono mai abbastanza, con gli ospedali. Si alza, avanza. Ve l'avevo detto che non era partito. E' Cariglia. PinoCorrias

Persone citate: Cariglia, Grati, La Malfa

Luoghi citati: Altissimo, Italia