L'aspide è innocente: non uccise Cleopatra

L'aspide è innocente: non uccise Cleopatra Secondo uno storico americano la regina bevve veleno, forse somministratole dai romani L'aspide è innocente: non uccise Cleopatra Orazio inventò il morso del serpente, Straberne lo smentì se ci togliessero un altro dei pochi miti rimasti? Se ci descrivessero Cleopatra protagonista di una Dynasty ante litte- ram, supplicante ai piedi di un centurione di Ottaviano? Ha recato ogni sorta d'offesa ai romani, ora implora pietà. Nella stanza successiva, si osserva la divina distesa su un letto d'oro, morta avvelenata. Gli armigeri della lupa han fatto giustizia. Temono il peggio e manipolarlo la storia: la donna che piegò due eroi dell'impero si è uccisa facendosi pungere da un aspide, il cobra d'Egitto, simbolo della" faraonica monarchia. Dunque, una fine indecorosa, non all'altezza d'una vita di passione e dominio. Ma l'aspide forse è innocente. Chissà quanti, fra gli scettici, avevano nutrito il dubbio, restii però a smentire prosa e versi di autori classici. Ora, contro il mito della Cleopatra «baciata» dall'aspide si è armato uno dei massimi storici americani dell'arte, Robert Bianchi, curatore del Brooklyn Museum, da vent'anni ossessionato esegeta di memorie e studi sulla donnadea ingravidata dal Cesare-dio Amon. Degli ultimi mesi di Cleopatra, morta a 39 anni, poco o nulla si sa. «Perché il livore dei romani ha fatto pulizia», spiega il professor Bianchi: «Dovevano rimuoverla dalla loro memoria». L'odio per la regina che strappò Antonio alla legittima consorte, Ottavia, sorella di Ottaviano, era viscerale. Il legame del triumviro con la «serpe egizia» portò ad Azio e alla sconfit¬ ta del nipote di Cesare nel 31 a. C. Quel che accadde all'arrivo dei centurioni è fitto mistero. La prima versione fu quella di Orazio, che cantò il morso del serpente. «Ma il poeta latino aveva per obiettivo quello di tramandare l'immagine di una donna degenerata. In Egitto mai mise piede», spiega Bianchi. Sei anni dopo la fine di Cleopatra passeggiò lungo le rive del Nilo lo storico e geografo greco Strabone e ne fornì una seconda: avallò la tesi di un veleno bevuto dalla regina. «Ma certamente anche lui poteva essere vittima di false informazioni». «Se comunque dovessi dar fiducia a qualcuno - taglia córto Bianchi -, opterei per l'ipotesi del veleno bevuto. Strabone non aveva apparenti motivi per mentire». Insomma, il «bacio» dell'aspide ha un senso per l'opera di Shakespeare, non per chi ha un approccio di tipo storico. Se poi quel veleno le sia stato somministrato o l'abbia bevuto lei stessa, solo il soldato che la trovò - viva o morta - potrebbe raccontarlo. Il messaggio di Bianchi è indirizzato soprattutto a chi, qualche anno fa, sembrò trovare la definitiva prova del suicidio con l'aspide nella statua marmorea di donna senza testa con un serpente adagiato sul petto conservata nei musei vaticani. «Quella scultura - spiega lo storico - è stata realizzata probabilmente ad Alessandria cent'anni dopo la morte della divina e portata a Roma da quell'avido collezionista di og- getti d'arte che era Adriano». Comunque, che si apra o no un dibattito, la vera Cleopatra resterà forse quella baciata dall'aspide, come ha decretato Shakespeare. E resterà, nell'immaginario collettivo, quella donna che ha ammaliato i due uomini più potenti del suo tempo inebriandoli con essenze di rosa e gelsomino, come sostenne, quarantanni fa, il professor Hamada, segretario del dipartimento delle antichità egiziane. Lo studioso ritrovò dieci dischetti d'incenso ancora attivo in una necropoli a Nord-Est del Cairo. Ne lanciò un pezzetto in un braciere davanti a decine di giornalisti. Da quelle essenze, Cleopatra sembro tornare a vivere. Pier Luigi Vercesi -1 Cleopatra con l'aspide nel momento del suicidio: letteratura e arte sono sempre rimaste fedeli a Orazio. Qui sopra: Giulio Cesare E a Shakespeare l'accusa di aver tradito la storia

Persone citate: Hamada, Pier Luigi Vercesi, Robert Bianchi, Shakespeare

Luoghi citati: Alessandria, Azio, Egitto, Ottaviano, Roma