E ADESSO SI MUOVA LA SICILIA
E ADESSO SI MUOVA LA SICILIA E ADESSO SI MUOVA LA SICILIA SIAMO talmente abituati a supporre dietro i delitti di mafia l'ordito di disegni infernali, indecifrabili e diabolicamente perfetti, da perdere di vista la realtà dei fatti, la statura morale dei protagonisti, la miseria criminale dei loro obiettivi. In questa tendenza allo smarrimento bisogna dire che le «analisi» con cui ci si diletta amabilmente in Sicilia, gli eterei giochi di specchi e di allusioni che sembrano sopraffini e astutissimi, ma che invece non vogliono dire assolutamente nulla, agiscono sulla lògica e sul buon senso come l'acido lisergico, provocando un getto continuo di fantasmi verbali e verbosi, arabeschi insulsi, con il risultato finale di paralizzare i meccanismi della conoscenza. Dio, come è potente, onnisciente, ubiqua e divina la mafia. Il caso Vernengo dimostra che la materia prima e reale della mafia è di tutt'altra consistenza e che queste fumisterie diventano alla fine semplicemente trucchi e autoinganni psicologici. Il caso Vernengo può essere di aiuto per spiegarlo. Ci troviamo a Palermo per seguire le vicende dell'assassinio di Salvo Lima, quando ci raggiunge la notizia dell'arresto di Pietro Vernengo, un grande boss palermitano di Cosa Nostra. Pietro Vernengo non è semplicemente un boss, un nome da bassa cronaca nera. L'uomo che ieri è stato ricondotto nella galera in cui deve scontare la pena dell'ergastolo (benché malato di un tumore) è un personaggio esemplare, un vero principe della mafia: quest'uomo, diventato ancor più famoso nell'ottobre scorso per essere evaso dall'Ospedale Civico di Palermo in seguito ad una col- Paolo Guzzanii CONTINUA A PAG. 4 QUARTA COLONNA
Persone citate: Pietro Vernengo, Salvo Lima
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