Bianco e nero diventano una ricerca analitica per tracciare una figura di Angelo Dragone
Bianco e nero diventano una ricerca analitica per tracciare una figura Arte «fotografica» di Candiano Bianco e nero diventano una ricerca analitica per tracciare una figura Di fronte alla produzione artistica contemporanea c'è anche chi considera persino con fastidio l'idea che l'artefice possa vantare ispirazioni e quasi divinatorie suggestioni creative. Si tende così a riportare il tutto sul piano di un «lavoro» che richiede certo professionalità e capacità tecniche, ma quasi trascurandone le eventuali valenze estetiche, da cercarsi, dunque, non certo nella obsoleta categoria del bello. Di «lavoro» scrive anche F. Tiziana Conti per Angelo Candiano che, nato a Modica nel 1962, espone da Weber (via S. Francesco da Paola 4, sino al 28 marzo). Come strumenti si vale di legno e carta fotografica, utilizzandone l'emulsione, ma anche la polvere di marmo e di carbone. Punti di riferimento dichiarati: i precedenti di Man Ray, di A.G. Bragaglia, di Heartfield. Egli si serve infatti della fotografia come «mezzo di ricerca analitica», indagando, tra luce e ombra, la dicotomia del positivo e negativo. Nel suo «bianco e nero» il primo dev'essere inteso come stato di verginale purezza, di integrità; il nero come l'arcano, oscuro, che in sé nasconde ogni traccia o spessore, facendo della tridimensionalità stessa l'approdo dei suoi interventi figurali. «Tinderbox '91», appositamente realizzato per la galleria Weber e i suoi spazi, è la «scatola che continene l'esca» e diventa «innescabile», come una sorta di «polveriera». Ed è in quegli spazi evocati dalla virtualità dell'immaginazione che ritroviamo il senso plastico del rilievo: da un lato la figura d'un mezzo busto visto di dietro, dall'altro il calco d'un volto: anch'esso da investigare. L'adiacente saletta della «Carlomaria Weber», ospita la segnaletica urbana e extra-urbana d'un concettuale qual è Franco Garbelli, Nato a Milano (1961), architetto, si direbbe sia portato a trarre il proprio linguaggio dalla cartellonistica. Con lui è quindi possibile verificare come lo stessso mezzo di comunicazione possa trasformarsi in «messaggio», come voleva McLuhan dicendo «Medium is message». Angelo Dragone Un lavoro di Angelo Candiano
Persone citate: Angelo Candiano, Bragaglia, Candiano, Franco Garbelli, Man Ray, Mcluhan, Tiziana Conti, Weber
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