lo Jessica Tandy ottantanni da Oscar

lo, Jessica Tandy ottantanni da Oscar «Miss Daisy» parla del suo nuovo film lo, Jessica Tandy ottantanni da Oscar «Pomodori verdi fritti» con Kathy Bates è già campione di incassi negli Usa LONDRA. Sembra proprio che Hollywood si sia innamorata di Jessica Tandy. Le ha assegnato un Oscar nel 1989 come migliore attrice per «A spasso con Miss Daisy», e quest'anno l'ha candidata come migliore attrice non protagonista per lo scioglilingua gastronomico «Fried Green Tomatoes at the Whistle Stop Café» (letteralmente: pomodori fritti verdi al caffé del fischio), primo film importante di Jon Avnet (produttore e regista tv) e candidato all'Oscar anche per la sceneggiatura. Il film è fra i campioni di incasso negli Usa. Niente male per una brillante ultraottantenne che, arrivata a Londra per promuovere il film, si sottopone senza a ffanni a una non-stop di interviste che ha lasciato esaus' le ben più giovani cóprotagoriiste, Mary Stuart Masterson e via ry-Louise Parker. All'appello di questo cast femminile di tutto rispetto manca solo Kathy Bates, ormai impegnatissima dopo l'Oscar dell'anno scorso per «Misery non deve morire». Non che Jessica Tandy sia meno impegnata: il successo internazionale di «Cocoon», nel 1985, ha rilanciato la sua immagine cinematografica e da allora le offerte sono state tante che l'hanno distolta quasi completamente dal teatro. Broadway l'ha vista protagonista di memorabili interpretazioni, come quella accanto a Marion Brando in «Un tram chiamato Desiderio» di Tennessee Williams, ma anche di tanti successi in coppia con Hume Cronyn, suo marito dal 1942, tanto da meritarsi il titolo di «Coppia d'oro» del teatro americano. ((Adesso vorrei recitare solo in opere teatrali che richiedono la mia presenza nel secondo atto: per il primo starei ad ascoltare; e me ne andrei a casa presto, lasciando agli altri il terzo. E' troppo faticoso altrimenti», dice ridendo Jessica. Questo pilastro del teatro americano è in realtà nata a Londra, dove ha esordito nel 1927 recitando accani o a mostri sacri come Sir John Gielgud e Laurence Olivier. «Sono sempre contenta di tornare a Londra dice -, trovo che sia cambiata meno di New York in questi quarant'anni. Mi fa paura pensare al clima che c'è oggi in America. Adesso, per esempio, ci sono le elezioni, ma non ci è rimasto niente per il quale votare, votiamo tutti contro qualcosa. Ecco perché un film come "Fried Green Tomatoes" è importante: perché ci scuote dall'indifferenza, esalta l'importanza dell'amicizia, del non-conformismo, dei sentimenti forti». Se l'argomento scivola sul suo passato cinematografico, che Jessica Tandy data dal 1932 e dove abbondano nomi da storia del cinema, Jessica Tandy non può fare a meno di ricordare Hitchcock, con il quale girò «Gli uccelli»: «Hitch è stato prima di tutto un amico straordinario. Era così facile girare con lui, aveva già il film pronto prima di iniziare». Tornando invece al suo film più recente, Jessica non smette di schermirsi per questa nuova candidatura: «Ho scommesso un'altra volta con il mio agente cento dollari che non vincerò l'Oscar. QueUa volta li ho persi...» Per chi se lo chiedesse, i ((pomodori verdi fritti» nel titolo, sono come la polenta delle valli bergamasche di Olmi: immancabili nella dieta quotidiana del profondo Sud americano di qualche decennio fa e specialità, ovviamente, del Whistle Stop Café. Il film, tratto dal best-seller di Fannie Flagg (ex Miss Alabama) è un collage di flashback che ricostruiscono la storia di un'amicizia forte e ribelle, dai 'uni volutamente ambigui, nata cinquantanni prima tra Idge e Ruth; non mancano accenni a razzismo e uomini violenti, ma anche un tocco di mistero legato a un omicidio. A raccontare le vicende delle due giovani donne è l'arzilla Jessica Tandy, quasi una Sheherazade residente involontaria in una casa di riposo per anziani, che con il suo spirito indomito e l'esempio anticonformista di Idge e Ruth risveglia dal torpore Kathy Bates, vittima passiva di un matrimonio disastroso e dell'incipiente menopausa, che non riesce a trovare conforto nei gruppi di autocoscienza postfemministi Anni 90. Illuminata dalla determinazione e dalla forza delle due eroine, ma soprattutto dai consigli pieni di buon senso e di amore della Tandy, Kathy Bates si prende una bella dose di ormoni, si arma di minitrampolino per aerobica, interrompe la sua dieta bulimica da 15 tavolette di cioccolata al giorno, e finisce col portarsi a casa la Tandy. Inevitabile il colpo di scena finale. Il film di Avnet gioca forte con i sentimenti e con la lacrima inevitabile; il suo vero punto forte sono le interpretazioni godibilissime delle protagoniste. «E' stato fantastico lavorare con queste tre attrici. E subito dopo questo film sono volata a Hollywood con Kathy Bates per farne un altro, "Used People", dove recitano anche Marcello Mastroianni e Shirley MacLaine, con una regista giovanissima inglese, Beeban Kidron». Candidata all'Oscar, ultraottantenne e straordinaria. Marina G. Goldsrnith Jessica Tandy

Luoghi citati: Alabama, America, Hollywood, Londra, New York, Usa