Una nube immane come Hiroshima

Una nube immane/ come Hiroshima Gli scienziati: avevamo avvertito del pericolo, non è stato fatto nulla. Salvo per miracolo un italiano Una nube immane/ come Hiroshima Forse 5 mila le vittime del terremoto in Turchia ANKARA. Mustafà Ates, giornalista turco, parla con la voce ancora rotta dalla paura: «Era come Hiroshima. Una nube di polvere si è alzata su tutta la città, ho visto un autobus e un taxi finire nell'Eufrate, non so che fine abbiano fatto». «Un boato interminabile. I bambini si sono messi a urlare, mio figlio Murat, che ha solo cinque anni, ha gridato "papà, salvami". Non ce l'ho fatta: il soffitto è crollato portandosi dietro le pareti». Ahmet Elden, 55 anni, è allo stremo delle forze dopo una notte trascorsa all'addiaccio con almeno tre gradi sottozero. Ha il volto segnato dalle lacrime e continua a scavare a mani nude fra le macerie che hanno sepolto la moglie e i suoi quattro bambini. Come quella di Elden, tante altre tragedie si consumano lungo ciò che resta delle strade di Erzincan. Il disastroso terremoto ha avuto l'epicentro vicino a questa città di circa 150 mila abitanti, a 660 chilometri ad Est di Ankara. E' una zona montagnosa, povera, situata su una cintura sismica nota come faglia anatolica e in passato già segnata da catastrofi naturali. Proprio Erzincan, nel 1939, venne completamente distrutta da un sisma1 che provocò 33.000 morti. E quello che si è manifestato venerdì alle 19,20 (le 18,20 italiane), minaccia di poter tragicamente reggere il confronto. Gli esperti hanno parlato di una scossa tra i 6,2 e i 6,8 gradi della scala Richter. Comunque una scossa violentissima. E lunga, tremendamente lunga. Oltre 30 secondi in base ad alcune testimonianze, più di un minuto stando al racconto di un funzionario di polizia di Erzincan. Dalla vicina provincia di Erzurum arriva poi una voce inquietante. Gli studiosi dell'università avevano avvertito la settimana scorsa della possibilità ydi un terremoto: ma nessuna misura precauzionale è stata decisa. Il bilancio è ancora provvisorio, certamente spaventoso: centinaia di morti, probabilmente addirittura migliaia. Esponenti della Mezzaluna rossa (l'equiva¬ lente turco della Croce rossa) hanno parlato di 4000 vittime, ma secondo alcuni giornali potrebbero essere più di 5000. Quasi 600 corpi sono già stati estratti dalle macerie e il primo ministro Suleyman Demirel ha detto che un numero imprecisato di persone è ancora sepolto sotto i detriti, da cui provengono continui lamenti. Circa 200 persone sono state estratte vive: si parla di 517 feriti, 217 dei quali hanno dovuto essere ricoverati. E' salvo l'unico italiano che, secondo quanto si è appreso, si trovava a Erzincan al momento del terremoto. Weiner Lambertini, di Ferrara, dipendente della Vortex Hydra, è scampato miracolosamente alla morte. Il suo albergo è stato distrutto dal terremoto un paio di minuti dopo che il tecnico l'aveva lasciato per una passeggiata. La città è stata rasa al suolo per due terzi. Oltre agli alberghi sono crollati circa duecento edifìci, ospedali, asili, moschee, scuole. In un istituto paramedico, più di duecento studenti sono stati sepolti dalle macerie: 62 sarebbero morti, altri 160 potrebbero essere ancora in vita sotto i detriti. Il panico seguito al terremoto ha anche innescato una rivolta nel carcere militare di Erzincan, poi sedata dalle forze di sicurezza. Ma le stesse scene di distruzione si ripetono nelle città delle altre 13 province della Turchia orientale colpite dal sisma. La scossa dell'altra sera ha distrutto le comunicazioni telefoniche e interrotto l'erogazione di energia elettrica, rendendo ancora più difficile l'opera di soccorso. Preoccupa in particolare la situazione in alcuni villaggi di montagna, rimasti isolati anche per le frane e le valanghe che hanno bloccato strade e rete ferroviaria. E ieri mattina, dopo alcuni movimenti di assestamento nella notte, una nuova scossa ha colpito Erzincan. E' stata avvertita alle 8,45 locali, provocando un'altra ondata di panico fra la popolazione. Il governo ha decretato lo stato di emergenza: anche la forza internazionale di pronto intervento, incaricata di proteggere le popolazioni curde dell'Iraq settentrionale, ha messo i propri mezzi a disposizione per facilitare le operazioni. Da Ginevra, il Comitato internazionale della Croce rossa ha inviato una squadra di 60 tecnici con generi alimentari, medicinali, 1500 tende, 7 mila coperte, una cucina mobile e attrezzature per un ospedale da campo con 200 posti letto. L'ente umanitario si è rivolto alla comunità internazionale per aiuti immediati. Centinaia di tende e migliaia di coperte sono state portate anche da unità militari statunitensi partite dalla base di Incidile, mentre la televisione continua a lanciare appelli per la raccolta di plasma. Resta la paura di altre scosse. I superstiti vengono evacuati in zone lontane e la popolazione piange quello che è già stato definito l'anno delle catastrofi. Migliaia di morti nel terremoto, dopo le 300 vittime per le valanghe nell'Anatolia orientale e le 265 nell'esplosione di grisù in una miniera carbonifera della regione di Zonnguldak. Luca Ubaldeschi Momenti del dramma che vive la Turchia orientale. Uno degli edifìci distrutti dal terremoto che ha colpito il Paese venerdì sera e, a destra, i soccorsi a una donna ferita in seguito al sisma. Mentre prosegue l'opera di soccorso il bilancio è ancora provvisorio. Le vittime . sarebbero migliaia

Luoghi citati: Ankara, Ferrara, Ginevra, Hiroshima, Iraq, Turchia