«Con questo Papa non c'è dialogo»
Il Kgb: avevamo uno 007 in Vaticano «Ma con l'attentato noi non c'entriamo» Il Kgb: avevamo uno 007 in Vaticano CITTA' DEL VATICANO. Per anni il Kgb, il servizio segreto sovietico, ha avuto una spia in Vaticano, scelta tra i «quattro uomini d'oro» assoldati a Roma. A renderlo noto, confermando voci già emerse in passato, è il generale Boris Solomatin, capo dello spionaggio a Roma dal 1976 al 1982, in un'intervista pubblicata nel numero di «Panorama» in edicola domani. «Non si poteva fare a meno» di un agente in Vaticano, spiega Solomatin, anche se «non è stato facile» attivarlo «perché la gente di chiesa ha un modo di pensare tutto particolare, ma ci siamo riusciti. Il Vaticano è una vera superpotenza da tenere d'occhio». Quanto alle collusioni tra servizi sovietici e bulgari per l'attentato al Papa, l'ex capo del Kgb sostiene che si tratta solo di fantasie senza prove e precisa: «Bisogna andarla a cercare altrove la verità. In Vaticano, per esempio: il Papa ha parlato con il suo attentatore». Solomatin conferma invece i finanziamenti al partito comunista: «Erano valigette o sacchetti che passavano di mano. E ottenevamo anche delle ricevute». Che ci sia stato un grande interesse dei servizi segreti dell'Est nei confronti della Santa Sede, specie dopo l'elezione di Karol Wojtyla, è risaputo. Solomatin tace sui temi oggetto del¬ l'attenzione del Kgb e cerca di depistare eventuali ricerche osservando che per queste attività spesso «è molto più utile la segretaria del ministro che il ministro stesso», dando ad intendere che per il Vaticano bastava avere dalla propria parte un semplice monsignore ma piazzato in un ufficio-chiave, per esempio il gruppo ristretto dei collaboratori del Segretario di Stato oppure, meglio ancora, tra i pochissimi autorizzati all'accesso nel cosiddetto «ufficio-cifra». Si tratta di una stanza vicina all'appartamento papale, al terzo piano del Palazzo Apostolico, dove vengono decrittati i messaggi in codice provenienti dalle Nunziature Apostoliche e partono le richièste di informazioni ai Nunzi stessi. In passato si è molto parlato di spie e spionaggio all'ombra della cupola di San Pietro, facendo cadere sospetti - mai prove - sull'ufficio del Segretario di Stato cardinale Casaroli e sui preti e sui laici dei Paesi dell'Est assunti dalla Radio Vaticana. Che il pericolo esista e sia concreto lo rivela comunque il fatto che prima di ogni Conclave per l'elezione del nuovo Papa la Cappella Sistina viene passata al setaccio alla ricerca di microspie. E finora con buoni risultati. Sandro Berrettoni
Persone citate: Boris Solomatin, Casaroli, Karol Wojtyla, Sandro Berrettoni, Solomatin
Luoghi citati: Roma
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