l/qgguato al casello autostradale di Fulvio Milone

l/qgguato al casello autostradale l/qgguato al casello autostradale Due morti, due feriti: feroce regolamento di conti NAPOLI. Erano di ottimo umore, nella «Fiesta» bianca che sfrecciava sull'autostrada. Alfonso Galeota e Giulio Pirozzi, 52 e 35 anni, i «camorristi neri» sui quali gravava il sospetto terribile di aver partecipato alla strage del rapido «904», se l'erano cavata con poco al processo conclusosi a Firenze con una sentenza mite: un anno e sei mesi ciascuno per detenzione di esplosivo. E ora, di ritorno a Napoli, scherzavano con le due donne che li accompagnavano, Assunta Sarno e Rita Casolaro, rispettivamente mogli di Giuseppe Misso, l'altro boss imputato al processo, e di Pirozzi. Non potevano immagina¬ re, i quattro, che la morte era in agguato da tempo. I sicari li seguivano da ore, in attesa che le vittime designate raggiungessero le porte della città per entrare ih azione. Un agguato in grande stile: le lupare caricate a panettoni e le mitragliette hanno sparato ripetutamente contro Alfonso Galeota e Assunta Sarno che sono mortiall'istante, dilaniati dai proiettili. Gli altri due sono rimasti feriti. Delitto di camorra, dicono in Questura. Gli investigatori non hanno alcun dubbio: «La strage di Natale non c'entra niente: l'agguato è l'ennesimo regolamento di conti fra i clan della camorra in lotta tra loro». A colpire gli amici e la moglie di Misso sarebbe stato un gruppo di fuoco del clan guidato da Raffaele Tolomelli e Luigi Vastarella. La polizia ha ricostruito nei dettagli tutte le fasi dell'imboscata. Sono le 18,10, sette ore dopo la sentenza pronunciata dai giudici fiorentini, quando la «Fiesta» guidata da Galeota supera il casello di Caserta sud, l'ultimo prima di entrare a Napoli. I killer entrano in azione dopo pochi secondi. Sono almeno sei, a bordo di una Lancia Delta e una Croma: probabilmente seguono le vittime designate sin dall'inizio del lungo viaggio. All'altezza dello svin¬ colo autostradale di Acerra, gli assassini accelerano fino ad affiancarsi alla Ford, costringendola a rallentare. Per «don» Alfonso e i suoi amici sembra non esserci via di scampo, mentre dalla Lancia sparano con fucili e mitragliette. Il camorrista, però, non perde il suo sangue freddo: riesce a sfuggire alla stretta delle due auto con una brusca frenata, e con un colpo di sterzo lancia la macchina oltre il ciglio dell'autostrada: un saltpdi pochi metri, che può significare la salvezza. Ma è tutto inutile. I sicari sono decisi a portare a termine la loro missione: frenano anche loro, e continuano a sparare contro i fuggitivi. Per Galeota è la fine: le raffiche di mitra lo centrano in pieno, mentre tenta di raggiungere a piedi un boschetto. Anche Assunta Sarno è colpita a molte. Restano ancora Giulio Pirozzi e sua moglie. Ora le canne delle lupare sono puntate su di loro, ma li salva un incredibile colpo di fortuna. Le detonazioni, infatti, sono state udite da due agenti della polizia stradale, che intervengono. I killer se ne accorgono e fuggono. Le indagini condotte dagli uomini della questura sono a senso unico. L'attenzione degli investigatori è tutta concentrata sul rione Sanità, dove da un anno divampa la guerra tra il gruppo di Misso e quello di Tolomelli e Vastarella. Il primo a essere interrogato è Giulio Pirozzi. Dimesso dal pronto soccorso è stato interrogato fino a notte fonda. Rita Casolare è stata solo sfiorata dai proiettili. Fulvio Milone

Luoghi citati: Acerra, Caserta, Firenze, Napoli, Sarno