Sulle orme dell'Intoccabile di Cesare Martinetti

Sulle orme dell'Intoccabile Sulle orme dell'Intoccabile A cena dove c'era Dalla Chiesa Al bar per un caffè con il boss PALERMO DAL NOSTRO INVIATO Ecco la terrazza del Charleston, sul mare grigio di Mondello, con i colori dimessi che hanno le spiagge d'inverno, niente luci, non ci sono le tende, non si intravede il piano a coda, tutto chiuso, spento, niente che ricordi l'estate 1982 quando venendo a cena qui si potevano incontrare, contemporaneamente, il prefetto Dalla Chiesa e l'onorevole Salvo Lima. Il generale ci veniva con la moglie, rideva, scherzava, era allegro; Lima con i suoi amici, a modo suo, due, tre, quattro, raramente di più. Qui i loro sguardi si sono incrociati, i loro visi increspati nel saluto, i loro passi intrecciati nel labirinto misterioso dei misteri di Palermo. Testimone è Carlo Hassan, maitre del Charleston, singolare anello di congiunzione tra due vite che più diverse non si può, finite nel sangue sui marciapiedi velenosi della Sicilia dei misteri. «Ho conosciuto Lima 32 anni fa», ricorda Hassan. Nella sua casa di Mondello, a 200 metri dal Charleston, ha organizzato e servito pranzi eccellenti, con ospiti eccellenti, come nel settembre 1986, con Andreotti e 100 altri notabili, tutti intorno a Salvino, padrone di casa raggiante e pacioso. E di vent'anni almeno è stato anche il rapporto con Dalla Chiesa. «Quand'era a Torino - dicej Hassan - mi mandò a chiamare per il pranzo al matrimonio della figlia Simona. Venne un capitano dei carabinieri a dirmi che voleva parlarmi. E io andai». Mondello consente oggi un pellegrinaggio dei luoghi di Lima, perché il grande padrone della de siciliana fu uno dei primi a sceglierla come luogo di residenza abituale e non solo estiva, lasciando la grande casa di Villa Bianca, testimone di grandi incontri e grandi salotti quand'era sindaco, dal '58 al '63. Dal Charleston si sale per un viale e si arriva a via Danae. L'ultima casa in fondo a destra è quella dell'onorevole. Ce la indica una gazzella della polizia che presidia una porta sbarrata. La casa è strana, a due piani, impenetrabile. Una tettoia protegge il vialetto tra il cancello e l'ingresso, una grande palma la nasconde, l'antenna parabolica sul tetto rivela inquilini televisivamente sintonizzati con il mondo intero. Al telefono risponde solo la colf filippina: «Non c'è nessuno». Avanti per via Danae si arriva al viale delle Palme ecco la sede estiva del circolo Canottieri Roggero di Lauria. Da poco è di- ventata anche sede invernale. Solo la luce dell'ingresso è accesa. E' uno dei circoli della Palermo che conta, un altro dei luoghi di Lima, «amico di tutti». Per orribile casualità che sembra anch'essa simbolica, è pochi metri più avanti che sono partiti i primi colpi di pistola, giovedì, contro la Opel dell'amico Livecchi, l'uomo che Lima aveva collocato nel consiglio di delle Ferrovie all'epoca della presidenza Ligato. Livecchi è rimasto coinvolto nello scandalo delle «lenzuola d'oro». Per terra restano frantumi di vetri rotti. Ecco il marciapiede, i 30 metri della corsa disperata di Lima. Resta un cerchiolino di gesso bianco, la pietra scheggiata da un proiettile, due fiori rossi buttati lì e già appassiti. E' lontano di qui il Baby Luna. Bisogna prendere la circonvallazione, aggirare da dietro la città, evitare il monte Pellegrino, sfidare il traffico. Poi finalmente appare, l'insegna al neon, bianca, una mezza (baby) luna disegnata. Luogo di passaggio, bar e pizzeria, camionisti e habitué. Com'è lontana l'atmosfera esclusiva della terrazza di Mondello. Eppure anche questo è un luogo di Lima. Qui, ha raccontato il pentito Mannoia, 0 gran visir de incontrava il boss Bontade. Si appartavano in un tavolo della sala al piano di sotto e parlavano. Fino al 23 aprile 1981, quando Bontade venne ucciso e la guerra di mafia aperta, i vecchi equilibri sconvòlti fino alla vittoria dei corleonesi. E' il momento della paura, anche per Lima: Ignazio Salvo gli fornisce un'Alfetta blu blindata e intanto cerca Tommaso Buscetta «per capire». Il Baby Luna, con il suo banco stracolmo di paste e cannoli alla crema, resta il simbolo di una stagione finita. Bisogna tornare al Charleston, sede invernale, piazza Ungheria, per ritrovare il filo delle apparizioni pubbliche del riservato Lima. L'ultima è di qualche giorno fa, a cena, quando si è presentato con il senatore de Coco, la moglie di Coco, la vedova di Rosario Nicoletti, segretario regionale de, morto suicida, che da anni era la non misteriosa accompagnatrice di Lima, da anni separato. Per i quattro, solito tavolo d'angolo, «defilato», perché all'onorevole non piaceva il centro della sala. A lui era riservata sempre una sedia con le spalle al muro. Paura? «No dice Hassan - gli piaceva vedere chi entrava e chi usciva, conoscere e farsi riconoscere, ricevere i saluti». E gli omaggi. Cesare Martinetti