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Quando il mito americano si trasforma in immagini con grattacieli deformati Dm fotografi in una mostra Quando il mito americano si trasforma in immagini con grattacieli deformati Da un viaggio di vacanza in America è nata la mostra di fotografie di Claudio Cravero e Massimo Vaccariello aperta al Circolo Dipendenti Comunali di corso Sicilia 12. Si svolge con orario dalle 19 alle 24 sino al 18 marzo). .Cento immagini a colori e in bianco e nero fanno il verso al titolo della rassegna: «Mamma mia dammi cento lire...», offrendo una visione dissacrante e talvolta ironica del cosiddetto «mito americano». I grattacieli pendono imponenti sulle strade invase dalle automobili e sembrano volersi proiettare verso la luce, lontano dal marasma che percuote le loro radici; il deserto, le cittadine di provincia, il tacco a spillo rosso sul predellino del tram perdono il loro fascino quando vengono accostati ad altri elementi che lasciamo scoprire al visitatore. Cravero e Vaccariello, pur non essendo professionisti dell'obiettivo, hanno dato alle loro immagini l'impronta professionale del grafico, di colui che sa individuare in un insignificante particolare il senso di un messaggio. Questo infatti è il loro lavoro. Fra le «produzioni» più originali della loro agenzia di pubblicità, per esempio, c'è un calendario di vignette di Marco D'Aponte dedicato a episodi poco conosciuti della tormentata vita di Cristoforo Colombo. I due creativi sono anche ap- passionati cultori dell'arte teatrale: Claudio Cravero è uno dei fondatori del Fantateatro e Massimo Vaccariello fa parte di N.N. che è un gruppo amatoriale del teatro di strada, clownerie, mimica. E proprio un amico americano, incontrato casualmente su un palcoscenico (ches ia il destino?), li ha condotti nel viaggio verso l'Ovest, in tenda e sacco a pelo, a scoprire aspetti dell'America che già sospettavano e che il reportage conferma anche se le immagini trascurano i mille volti, le mille razze che compongono il continente che cento anni fa prometteva il paradiso per cento lire. Proprio com'è scritto sul titolo della mostra. Irene Cablati New York vista da Claudio Cravero