La scuola cade a pezzi Mancano 160 miliardi di Gianni Bisio

La scuola cade a pezzi Mancano 160 miliardi Nelle superiori troppi edifici malati La scuola cade a pezzi Mancano 160 miliardi Primi allarmi al «Moro» e al «Segrè» La Provincia prepara un intervento Sessantanove scuole, fra licei scientifici e istituti tecnici ed agrari, ospitati in 102 edifici diversi, il 60 per cento di proprietà, il resto in affitto: è il cospicuo, ma purtroppo «malato», patrimonio immobiliare del settore Istruzione della Provincia. Secondo una valutazione degli Uffici tecnici, oggi occorrerebbero 160 miliardi per razionalizzare e ripristinare tutti gli stabili: la legge 430 sull'edilizia scolastica quest'anno ne assegna solo due a Torino sui 58 destinati al Piemonte. Una goccia nel mare. I sintomi più evidenti dei virus che affliggono il patrimonio scolastico - costruzioni affrettate e manutenzioni carenti - si sono evidenziati traumaticamente il 18 aprile '91, con il crollo dell'Istituto «Aldo Moro» di corso Giulio Cesare, che si deve totalmente ricostruire, e il 18 febbraio scorso, con il distacco degli intonaci al liceo «Gino Segrè». Casi meno clamorosi di inefficienze, guasti, carenze degli impianti sono continui, e le visite a palazzo Cisterna di studenti che protestano si susseguono con ritmo costante. Antimo De Maio, repubblicano, assessore all'Edilizia, non nega che le cose vadano male: «Nel periodo di fame di aule si è costruito senza guardare molto per il sottile, le manutenzioni sono sempre state carenti e oggi le conseguenze ricadono su di noi». La Provincia fin dall'89 ha chiesto la collaborazione del Politecnico per avviare un piano di ricerca al fine di individuare interventi migliorativi e scoprire potenziali e futuri collassi delle strutture, così da scongiurare emergenze come quella del «Moro». Nel frattempo, sono stati eseguiti due studi: uno per individuare le carenze dimensionali e funzionali del patrimonio (alla luce dello spostamento territoriale e delle variazioni quantitative della popolazione scolastica), il secondo per rilevare le carenze di manutenzione straordinaria. Dice De Maio: «Il patrimonio non è mai stato gestito con criteri immobiliari, perché le esigue sostanze messe a disposizione dai bilanci venivano impiegate per sopperire alla grave deficienza di aule. Gli interventi sulle strutture servivano soltanto per gli adeguamenti alle norme di legge, senza possibilità di una pianificazione finanziaria e temporale su agibilità, abitabilità e certificazione impiantistica. Gli interventi più consistenti, finanziati con i residui di bilancio, si sono fatti soltanto per i collassi improvvisi». In questo modo si è arrivati all'attuale situazione di crisi. «Abbiamo accertato che occorrono 350-400 aule nuove: costo 80 miliardi. Per la manutenzione straordinaria della sola parte muraria occorrono 50 miliardi. Il programma di eliminazione delle barriere architettoniche impegna 15 miliardi, un miliardo occorre per l'adeguamento a norma degli ascensori, 12 per gli impianti elettrici, 5 per quelli termici. Totale 160 miliardi. Per fare tutto occorre almeno un piano finanziario quinquennale, augurandoci che nel frattempo non si ripeta in altre scuole la vicenda del liceo Segrè». In questo istituto il crollo di un pezzo di intonaco dal soffitto di un'aula sembrava poca cosa: poi ci si è accorti che era il segnale di un pericoloso degrado. Parte delle aule vanno riparate: le prime sei torneranno agibili il 23 di questo mese, ma i lavori saranno completati non prima della fine di aprile. Il disagio per studenti e insegnanti è palese. Gianni Bisio Il crollo dell'Istituto «Aldo Moro» di corso Giulio Cesare nell'aprile '91 (foto a sinistra) mise in evidenza i problemi edilizi: ora se ne su occupando l'assessore all'edilizia della Provincia di Torino Antimo De Maio (foto sopra)

Persone citate: Antimo De Maio, Casi, De Maio, Gino Segrè, Moro, Segrè

Luoghi citati: Piemonte, Torino