Privati al passo deficit al galoppo di U. B.

Privati al passo, deficit al galoppo E' stato spostato al 20 marzo il vertice del Cipe sui criteri per la vendita dei beni pubblici Privati al passo, deficit al galoppo II Cer vede nero: necessari 180 mila miliardi in 4 anni ROMA. Nino Cristofori, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, non si perde d'animo: le privatizzazioni non subiranno ritardi, l'esame del documento Cappugi proseguirà senza soste perché «noi - sottolinea il braccio destro di Andreotti - continuiamo a lavorare come se non ci fossero le elezioni». Proposito lodevole anche se, per ora, non resta che registrare il rinvio al 20 marzo della riunione, prevista per ieri, del Cipe chiamata a pronunciarsi sulla trasformazione in spa degli enti pubblici. E arrivano segnali che la materia, di questi tempi, non sia poi così pacifica. Guido Bodrato, ad esempio, non dà l'impressione di scommettere su una decisione a breve. ««A me - dichiara il ministro dell'Industria - la delibera non è ancora arrivata. Non l'ho vistp e quindi non saprei dirvi nulla». E, a distanza, Franco Marini manda a dire tutte le sue perplessità. «C'è in materia di privatizzazioni - afferma il ministro del Lavoro - molta superficialità. Si ritiene fra l'altro che privatizzando si risolve tutto, ma in realtà il mercato non risolve i problemi sociali collettivi». Il confronto politico, insomma, prosegue e la maggioranza (e la de in particolare) non sembra poi così compatta su un tema così delicato, anche se l'emergenza della finanza pubblica batte alle porte. E che di vera emergenza si tratti lo conferma il Cer, il primo tra i grandi centri di previsione dell'economia che ha anticipato le proiezioni sulla congiuntura italiana e internazionale. E le valutazioni degli esperti sono negative anche se, per dover di cronaca, non va trascurato che al Cer vengono attribuite simpatie repubblicane. Ma i numeri restano comunque inquietanti Il termometro della finanza pubblica segna sempre il brutto stabile, dicono al Cer. In sostanza, la spesa per interessi e le altre voci del debito pubblico sembrano destinate, salvo correzioni robuste di rotta, a marciare a passo più spedito del prodotto interno lordo. . «Il debito pubblico - si legge nel rapporto - rispetto al prodotto interno lordo di circa 4,5 punti all'anno nei prossimi due esercizi, con una velocità che da tempo non si registrava raggiungendo quasi il 112% del prodotto nazionale a fine '93». Sempre secondo il Cer, una ripresa significativa dell'economia nella seconda metà dell'anno «potrebbe portare ad una crescita complessiva pari all'1,5% nel '92 e al 2,7% nel '93» e il quadro può venir allietato anche da una ripresa degli investimenti e dell'export. Ma attenzione: «Le previsioni sono plausibili sotto il profilo macroeconomico ma politicamente improbabili» perché si basano su un'ipotesi di andamento della finanza pubblica «che esclude interventi di correzione, mentre l'andamento del deficit è tale da rendere inevitabili pesanti aggiustamenti che incideranno necessariamente sul reddito imponibile, contendendo quindi la crescita». E al Cer fanno anche i conti sulle manovre necessarie per ricondurre entro il '95 il fabbisogno a cifre compatibili (poco più di 77 mila miliardi) all'impegno Cee: ci vogliono interventi per 180 mila miliardi scaglionati nei prossimi quattro anni. Altrimenti? La prospettiva, dicono gli economisti del Cer, è di vedere il deficit salire oltre i 160 mila miliardi nel '92 (in proporzione costante al pil rispetto ai 153 mila del '91), e a più di 183 mila nel '93, anno in cui il saldo primario, ovvero al netto degli interessi, potrebbe tornare in rosso. L'unica nota lieta viene dal fronte dell'inflazione, almeno se a partire da maggio non inciderà più sui salari il meccanismo della scala mobile o altre forme di indicizzazione analoghe. I prezzi, in tal caso, si assesteranno al 5,3% nel '92 per calare al 4,5 nel'93. Ma la bilancia dei pagamenti, ammoniscono al Cer, continuerà a segnare forti disavanzi per la parte corrente (27 mila miliardi nel '92 e 33 mila nel '93). [u. b.]

Persone citate: Andreotti, Cappugi, Franco Marini, Guido Bodrato, Nino Cristofori

Luoghi citati: Roma