Ordine per 100 anni «Cinesi arricchitevi» di Fernando Mezzetti

Ordine per 100 anni «Cinesi arricchitevi» Deng zittisce l'ala dura del partito Ordine per 100 anni «Cinesi arricchitevi» «Capitalismo o comunismo, non importa Quel che conta è lo sviluppo economico» Il Politburo del partito comunista cinese lancia la lotta contro l'ala neo-stalinista e fa proprio, con parole meno spicciative, il vecchio slogan di Deng Xiaoping secondo il quale «non importa che il gatto sia rosso o nero, purché acchiappi i topi». Esso affeima infatti: «Non ha importanza se le riforme siano di carattere socialista o capitalista, l'essenziale è che alzino il livello di vita del popolo». Impegnando il partito su questa linea «per i prossimi cent'anni» per fare sviluppare il Paese, esso dichiara che a questo scopo «il compito principale e urgente è combattere le tendenze di sinistra». La fazione neo-stalinista è così messa sotto tiro quale maggior pericolo per la stabilità e la crescita economica. Nessun cenno a pericoli dalla borghesia, salvo un rituale richiamo a rischi di tendenze liberali. Pubblicata ieri col dovuto risalto dal Quotidiano del popolo e dagli altri mezzi di propaganda, la decisione del Politburo, composto di 15 membri, è stata presa in una riunione svoltasi domenica e lunedì, presieduta dal capo del partito Jiang Zemin. I risultati dei periodici incontri del vertice vengono raramente resi pubblici. In questo caso è importante quindi non solo la posizione assunta, ma il fatto che essa sia subito fatta conoscere al Paese. E' una svolta nella lotta per il potere e il futuro della Cina: almeno per ora è un successo dell'offensiva di recente lanciata da Deng Xiaoping, 87 anni, contro i neostalinisti capeggiati da Chen Yun, 86 anni, da tempo paralizzato, ma rab¬ biosamente sempre incombente. Entrambi sono ufficialmente fuori dagli organismi decisionali di partito, ma le scelte strategiche si riconducono a loro due. Agli inizi di febbraio essi hanno avuto a Shanghai due incontri segreti, rimasti infruttuosi: il primo ha riaffermato quale compito primario la «costruzione economica»; il secondo, la «costruzione ideologica», e si è anche rifiutato di apparire in pubblico con Deng alle festività del Capodanno lunare. Prossimi alla fine, essi puntano a stabilire i futuri assetti di potere non solo in vista del congresso del partito a novembre. Tutti e due sanno ciò che avvenne alla morte di Mao: i suoi protetti arrestati, la sua linea rovesciata. Latente negli Ottanta, acuitosi con la Tienanmen, lo scontro è esploso col crollo sovietico, con reazioni opposte: Chen Yun, marxista ortodosso cui fa capo un moscovita come il premier Li Peng, vorrebbe una Pechino stalinista, dura e pura; per Deng, come egli ha più volte dichiarato, il regime può conservare il controllo politico solo alzando il tenore di vita della popolazione con l'accelerazione di riforme e aperture, ricorrendo a strumenti anche di natura capitalistica. L'incubo sovietico ha dapprima rafforzato l'ala dura, che dominando la propaganda ha messo Deng Xiaoping nella stessa condizione di isolamento in cui egli aveva messo Mao all'inizio degli Anni Sessanta. Per la sua offensiva contro il centro che lo aveva giubilato, Mao ricorse al malcontento di Shanghai, lanciando la rivoluzione culturale. Deng ha ora fatto lo stesso. Da una Shanghai totalmente diversa ha fatto rilanciare le richieste di riforme; gli avversari rispondevano con discettazioni sulla natura capitalistica o socialista di esse, e il Quotidiano del popolo lo attaccava per essere, andato in gioventù in Francia invece che restare in Cina come fece Mao. A fine gennaio ha visitato le zone economiche speciali del Sud, esaltandone i successi e tenendovi incontri col capo dello Stato, Yang Shangkun, e il capo dei servizi di sicurezza Qiao Shi. La propaganda ha ignorato il suo viaggio e le sue affermazioni sulla validità di tecniche capitalistiche, ma Deng ha intensificato l'offensiva. Nei giorni scorsi il ministro della Cultura e capo della propaganda si è dovuto dimettere, mentre sempre più si diffondevano le dichiarazioni di Deng nella visita a Sud: le quali sono infine fatte proprie, quali direttive, dal Politburo. Fernando Mezzetti I leader cinese Deng Xiaoping

Luoghi citati: Cina, Francia, Pechino, Shanghai