Iraq, l'Onu sa già dove colpire

Iraq, l'Onu sa già dove colpire Impianto atomico nel mirino. Aziz all'Occidente: comprateci voi il petrolio Iraq, l'Onu sa già dove colpire Respìnta la difesa dell'inviato di Saddam WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E' finita male. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha rigettato le spiegazioni e gli argomenti presentati, nel corso di ima seduta straordinaria, dal vice primo ministro iracheno Tarek Aziz e ha rinnovato l'imposizione al governo di Baghdad di rispettare prontamente le condizioni poste dalla Risoluzione 687 sul cessate-il-fuoco. «Secondo il punto di vista del Consiglio - è scritto in una dichiarazione letta ieri pomeriggio dal presidente di turno, il venezuelano Diego Arria - il governo iracheno non ha ancora ottemperato pienamente e senza condizioni agli obblighi che gli competono. Deve farlo e deve assumere immediatamente le appropriate inizitive al riguardo». Nei prossimi giorni, il Consiglio approfondirà la questione e fisserà delle scadenze. Mentre la situazione diventa sempre più critica, il capo delegazione americano, Thomas Eickering, e Hans Blix, direttore dell'agenzia necleare dell'Onu, l'Aiea, hanno indicato quale dovrebbe essere il primo obiettivo da bombardare nel caso che, permanendo un atteggiamento di non-cooperazione da parte di Baghdad, venisse giudicata necessaria un'azione punitiva. Si tratta dell'impianto di alAtheer, «espressamente designato - ha detto Pickering - per produrre armi nucleari» e, come ha confermato Blix, non danneggiato dai bombardamenti durante la guerra del Golfo, «in grado di funzionare senza particolari messe a punto». «Pertanto - ha aggiunto l'inviato americano - deve essere distrutto immediatamente e completamente». «Le Nazioni Unite - ha sostenuto Rolf Ekeus, responsabile della commissione per l'eliminazione delle armi di distruzione di massa irachene - hanno le prove dell'esistenza e del perdurante tentativo di nascondere armi da parte del governo di Baghdad». E' il contrario di quanto sostenuto da Aziz nelle dichiarazioni e nelle risposte che ha fornito di fronte al Consiglio nel corso di due giorni. Il vice primo ministro iracheno ha promesso che ogni «programma» sarà reso noto, ammettendo quindi implicitamente che non tutto è stato ancora svelato, ma ha negato che l'Iraq sia tuttora in possesso di armi di distruzione di massa o di impianti per la loro costruzione. In compenso ha chiesto il permesso alla conversione civile di alcuni impianti militari. Aziz ha respinto altre contestazioni dei membri del Consiglio di Sicurezza riguardo al rispetto dei diritti umani in Iraq. Ha sostenuto, per esempio, che non esiste alcuna questione curda e che l'unico problema è rappresentato dal «contrabbando di merci rubate» esercitato da gruppi di curdi nel Nord del Paese, sul quale l'esercito iracheno deve necessariamente intervenire. «Tutta pretestuosa propaganda per screditare l'Iraq», ha detto. Ma proprio ieri è circolata la notizia che il ministro della Difesa, al-Majid, ha ordinato l'impiccagione di sette ufficiali dell'esercito iracheno, accusati di «debolezza e inefficienza» nel reprimere la gueriglia curda. Secondo Aziz, è poi ridicolo parlare di «una questione sciita» in Iraq, dove al massimo «si aggirano, nelle paludi dell'Est, alcuni criminali e fuorilegge appoggiati dagli iraniani». In compenso Aziz ha chiesto con forza la fine delle sanzioni economiche contro il suo Paese, che affamano il popolo e non mettono il governo in condizione di onorare l'impegno di rifondere i danni di guerra al Kuwait. L'Iraq continua a rifiutarsi di vendere petrolio alle condizioni impostegli dall'Onu, perché le considera «un'inammissibile ingerenza». E, invece di attuare questa vendita secondo una modalità che prevede la confìsca di una parte del ricavato da parte dell'Onu e il suo dirottamento ai Paesi danneggiati dalla guerra, chiede alle grandi potenze di comprare direttamente petrolio, ripagandolo con beni di necessità per il popolo iracheno. «Disgraziatamente, è il solito gioco del gatto con il topo di un anno fa», ha commentato minacciosamente Pickering. «Semplicemente inaccettabile», è stato il giudizio del francese JeanBernard Mérimée. Paolo Passarmi I RIMPROVERI DELL'ONU L'IRAQ HA RIFIUTATO I LIMITI IMPOSTI AL SUO RIARMO HA FORNITO AGLI ISPETTORI ONU INFORMAZIONI INCOMPLETE SUGLI ORDIGNI CHIMICI E SUGLI IMPIANTI NUCLEARI NASCONDE LE ULTIME RAMPE DI MISSILI SCUD VIOLA I DIRITTI DELL'UOMO: TORTURE, ESECUZIONI DI MASSA, STRAGI "CHIMICHE" RIFIUTA DI VERSARE UN TERZO DEGLI INTROITI PETROLIFERI PER PAGARE I DANNI DI GUERRA MIGLIAIA DI KUWAITIANI v , RISULTANO ANCORA UH DISPERSI GOLFO PERSICO