Il racket minaccia un'impresa su sei
Il racket minaccia un'impresa su sei La radiografìa della Confcommercio Il racket minaccia un'impresa su sei ROMA. Oltre 200 mila commercianti, albergatori e pubblici esercenti hanno subito tentativi di estorsione, spesso con minacce pesanti e attentati. I settori più colpiti sono le discoteche, i grandi magazzini, i supermercati. Le regioni maggiormente penalizzate sono Sicilia, Campania, Calabria, Puglia e Basilicata, seguite a distanza da Lazio, Sardegna, Lombardia, Piemonte. Il «pizzo ricorrente» pagato dalla maggior parte delle vittime oscilla tra 1 e 5 milioni, ma ben il 52,3% degli operatori non si è piegata al ricatto, sia non versando alcuna somma, sia denunciando l'intimidazione. E' questa la «mappa del racket», presentata ieri dal presidente della Confcommercio Francesco Colucci sulla base di una indagine che, per la prima volta in Italia, ha coinvolto oltre un milione di aziende ed ha ottenuto un riscontro diretto da parte di circa duecentomila in tutto il territorio nazionale. Trasferendo i risultati della ricerca (realizzata con il patrocinio della presidenza del Consiglio, dei ministeri dell'Interno e della Giustizia, e del ministro delle Poste Vizzini) al totale delle imprese del comparto si ha un quadro allarmante, che reclama un impegno massiccio delle istituzioni, ma anche degli operatori e dei cittadini. «Basta - ha detto Colucci - con la legislazione lassista e permissiva, no alle scarcerazioni facili, no al groviglio di norme che rende il diritto incerto, lacunoso, contraddittorio. Occorrono leggi ed interventi adeguati, anche straordinari, perché il fenomeno sta diventando eccezionale e non ammette esitazioni». La media nazionale degli operatori minacciati è del 12,9%, con punte in Sicilia del 39,2%, in Campania del 38,6%, in Calabria del 35,8%, in Basilicata del 15,8%, nel Lazio dell'I 1,5%. Seguono la Sardegna con il 9,5%, la Lombardia con il 9,3%, il Molise con l'8,7%, la Liguria con l'8,3%, l'Abruzzo con 8,2%, il Piemonte con il 7,7%, e così via fino al valore più basso (4,8%) della Valle d'Aosta. In Piemonte, Torino detiene il primato negativo con l'8,4%, mentre la punta più bassa si ha a Vercelli con il 6,7%. Il «record» delle estorsioni in Italia spetta, invece a Catania con il 48,5%, seguita da Palermo 46,9%, Napoli 46,1%, Siracusa 44%, Caserta 40,3%, Messina 40%, Catanzaro 37,4%, Reggio Calabria 35,2%, Ragusa e Cosenza 34,6%, Salerno 32,2%, Trapani 31,1%, Taranto 30,5%. Ma in che maniera colpisce il racket? Prevalgono le forme di estorsione mascherata (32,1%), mentre nel 28,4% dei casi si verifica un danneggiamento materiale, nel 5,9% violenza alle persone, per lo 0,9% minacce di sequestro. Cittadini e operatori economici si sentono garantiti? La risposta è sconcertante: il 69,5% delle imprese consultate ha risposto negativamente, ma l'insicurezza tocca picchi altissimi in Puglia (94,2%), Campania (88,7%), Sicilia (86,5%), Calabria (83,9%). L'87,8%, infine, ha risposto «no» alla domanda se negli ultimi tre anni vi siano state iniziative che abbiano attenuato i fenomeni criminali. In Piemonte, il giudizio negativo è stato dato dal 90,1% delle aziende interpellate. Gian Cario Fossi
Persone citate: Colucci, Francesco Colucci, Gian Cario, Vizzini
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