COCKTAIL DI IDEE E PROBLEMI di Michele Fenu

COCKTAIL DI IDEE E PROBLEMI LE GRANDI RASSEGNE COCKTAIL DI IDEE E PROBLEMI GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO «I saloni hanno fatto il loro tempo e non servono più». «Le Case, ormai, presentano i loro modelli fuori da questi appuntamenti troppo rituali». «Partecipare costa un sacco di soldi e non si sa quanto in realtà sia utile». Sono queste le critiche che si sentono spesso fare ai saloni dell'automobile e che hanno indotto alcune Case a rinunciare a quello di Torino, in programma al Lingotto dal 23 aprile. Ciascuno è padrone delle sue opinioni, però la realtà ci pare un po' diversa e, tutto sommato, rasserenante per questi show che sono nati con l'auto stessa, svolgendo una grande funzione di propaganda. Lo dimostra il successo che sta ottenendo il Salone di Ginevra e che, nei mesi scorsi, hanno conseguito quelli di Tokyo, Detroit e Los Angeles, per citare i principali. Successo di pubblico, ma anche e soprattutto industrialo In Giappone, negli Stati Uniti, in Svizzera abbiamo visto negli stand una marea di novità, sia nel campò della produzione di serie che in quello delle concepì-cars, le vetturestudio in grado di anticipare uno spicchio di futuro. E tutte queste rassegne hanno permesso agli operatori del settore di confrontarsi, di esaminare le tendenze dei modelli, di valutare i momenti economici e commerciali delle aree o dei Paesi interessati. Per i «vip» dei costruttori anche la possibilità di intervenire e di segnalare problemi, intendimenti, speranze del mondo dell'automobile. Vogliamo fare il caso di Ginevra? Hanno parlato - tra gli altri - i responsabili della Ford Europa, della Gm-Opel, dell'Audi, della Volkswagen, della Seat, della Renault... E con loro tecnici, stilisti, uomini del marketing. Ci sembra che in questo senso i saloni restino un osservatorio eccezionale, un punto di incontro che non ha, al momento, validi sostituti. Proprio perché in pochi giorni è possibile ascoltare pareri, idee, giudizi di tante differenti fonti. Che poi i saloni possano essere migliorabili e perfettibili, è un altro discorso. E che costino fior di miliardi a chi partecipa è vero: ma qual è il prezzo del più modesto spot televisivo? Per non parlare di quelli realizzati con registi principe in luoghi incredibili... Comunque, tornando alla rassegna di Torino, che nel calendario internazionale seguirà questa di Ginevra, a nostro avviso la sua importanza non può essere misconosciuta. Se non altro per un semplice motivo: perché si svolge - con cadenza biennale - in un Paese che, bene o male, è il secondo in Europa e il quarto al mondo (dopo Usa, Giappone e Germania). In Italia si vendono due milioni e 300 mila auto all'anno: un gigantesco business per tutte le Case (e quelle estere non dovrebbero lamentarsi come un tempo). E in questi momenti di super concorrenza davvero gli assenti rischiano di aver torto. Michele Fenu