Milano un sequestro pieno di dubbi di Susanna Marzolla

Milano, un sequestro pieno di dubbi Alla famiglia sarebbe arrivata troppo presto la richiesta del riscatto di cinque miliardi Milano, un sequestro pieno di dubbi Bloccati i beni dell'imprenditore MILANO. Un sequestro, «almeno all'80 per cento: troppo presto per avere la certezza assoluta». «Anomalo», come dicono gli inquirenti, ma un sequestro. La conferma che quello di Luciano Carugo, 54 anni, «re dell'asfalto» a Rho, è davvero un rapimento è stata data ieri pomeriggio con tutti i crismi dell'ufficialità. Alla conferenza stampa erano infatti presenti il procuratore capo, Saverio Borrelli, il suo aggiunto Manlio Minale, coordinatore del distretto antimafia a Milano, il direttore del servizio operativo centrale della polizia Achille Serra, ufficiali dei carabinieri e della Guardia di Finanza. Per prima cosa hanno annunciato che, «in applicazione alla legge», è stato deciso il blocco dei beni del rapito e dei suoi più stretti familiari. Poi: Carugo è molto malato, ha da poco avuto un infarto e deve assolutamente prendere due medicine, Adalat Ar e Tenormin. Terzo annuncio: «Preghiamo chiunque avesse visto qualcosa di farsi vivo; preghiamo la persona con cui Carugo aveva appuntamento alle 14 di lunedì di farci sapere se lo ha visto». Poi le domande. Perché siete (quasi) sicuri che si tratta di un. sequestro? «Perché c'è stato un contatto telefonico con la famiglia da parte di una persona che chiedeva un riscatto». Confermata quindi la richiesta dei cinque miliardi. Una richiesta fatta «con un messaggio breve e tranquillo», da una voce maschile «senza particolari inflessioni dialettali». Questa telefonata è arrivata in casa Carugo verso le 20 di lunedì sera, quando ancora nessuno sospettava della scomparsa dell'imprenditore. Solo la moglie, Gina, era un po' preoccupata per il ritardo del marito. Poi quella voce, il panico, le telefonate ad amici e parenti per sapere se avevano visto il marito, sperando che quel messaggio fosse solo uno stupido scherzo. Invece dalle 13 nessuno aveva più visto Luciano Carugo e, nonostante la contrarietà della moglie, impaurita dalle minacce dei rapitori, non è rimasto altro che rivolgersi ai carabinieri. Perché un sequestro anomalo? «Perché la telefonata non arriva mai così presto, a neanche cinque ore dalla scomparsa. Perché per un rapimento avvenuto in pieno giorno è strano non ci siano testimoni, anche se è possibile che qualcuno abbia visto e, inspiegabilmente, non voglia parlare». E poi c'è la questione della macchina. La vettura dell'imprenditore è stata trovata all'una di notte di lunedì: era regolarmente parcheggiata in via Mambretti, alla periferia di Milano, chiusa e con l'antifurto inserito. Difficile pensare che i ra¬ pitori si siano presi Ja briga di andare a posteggiarla proprio lì, dove è anche difficile trovare posto. E l'ammaccatura sul davanti potrebbe sì essere stata provocata dall'urto con l'auto dei banditi, ma più facilmente da una banale manovra di parcheggio. Dunque l'ipotesi più probabile è che l'auto sia stata parcheggiata dallo stesso Carugo. Ma allora quando, dove e come è stato sequestrato? Sul quando non ci sono dubbi: tra le 13 e le 20 di lunedì. Alle 13, infatti, ha terminato un incontro d'affari lasciando detto che aveva un altro appuntamento, per le 14, a Nerviano. Nessu¬ no, né la moglie, né i suoi collaboratori, sa con chi fosse questo appuntamento: per questo gli inquirenti sperano che la persona si faccia viva, per sapere se a quell'incontro è andato o no. Sul dove e il come le ipotesi sono diveróR. Carugo potrebbe essere stato bloccato mentre era in auto e costretto a salire su un'altra vettura. In questo caso - contrariamente ad ogni logica sarebbero stati i rapitori a parcheggiare la sua Bmw. Oppure Carugo potrebbe essere stato bloccato mentre era per strada da qualcuno che, con la minaccia di una pistola (e con molto sangue freddo) lo ha costretto a seguirlo. Ad ogni modo, salvo la fantasiosa ipotesi che l'imprenditore si sia recato in aperta campagna, il sequestro è avvenuto in pieno giorno in strade abitate. Infine, chi può averlo rapito? L'Anonima sequestri che, dopo dieci anni, è tornata a colpire a Milano? Oppure una «banda di paese» che conosceva bene le sue disponibilità finanziarie? Un particolare: la richiesta di riscatto è stata di cinque miliardi. E proprio per poco più di cinque miliardi Carugo aveva venduto nell'agosto scorso la sua azienda, rimanendovi solo con un contratto di consulenza. Susanna Marzolla Sopra Luciano Carugo, il re dell'asfalto rapito. Di fianco la figlia. I familiari hanno rivolto un appello: «E' malato, ha bisogno di cure»

Persone citate: Achille Serra, Luciano Carugo, Manlio Minale, Saverio Borrelli

Luoghi citati: Carugo, Milano, Nerviano, Rho