Made in Usa la Bomba di Stalin

Mode in Usa la Bomba di Stalin Il padre dell'atomica Urss: da soli ci saremmo arrivati, ma molti anni dopo Mode in Usa la Bomba di Stalin «Un traditore mi passò ilprogetto Manhattan» MOSCA. Una cerchia di scienziati sta mettendo a punto un'arma segreta, formidabile, in grado di decidere la grande guerra che dilania il mondo. Uno di loro riesce a fuggire con i piani, si vende al dittatore di un altro Paese che sta per diventare il Nemico e grazie a quel materiale riservato riesce a costruire anche lui l'arma, e tenere in scacco metà del pianeta. La migliore delle spy-story l'ha scritta la Storia. La prima bomba atomica sovietica è made in Usa. Meglio, gli scienziati di Stalin l'hanno copiata: ci sono arrivati grazie alle informazioni di un «traditore», Klaus Fuchs, scappato a Mosca con una valigia di dati e formule segrete dopo aver partecipato al progetto Manhattan. Lo rivela dopo 47 anni Yuly Borisovic Khariton, considerato il padre dell'atomica sovietica, in una serie di interviste al quotidiano giapponese Asahi Shimbun. Lui, la spia, fece una brutta fine. Condannato a quattordici anni di carcere: per aver venduto la chiave dell'atomo scoperta dal gruppo di Oppenheimer, per aver dato avvio all'era della guerra fredda, per aver tradito il Paese che l'aveva accolto. E' morto nell'88. Il suo corrispondente russo è ancora vivo: Khariton ha quasi novant'anni, è ancora consigliere dell'Istituto di fisica sperimentale di Arzamas, 400 chilometri da Mosca. All'inviato giapponese ha raccontato la storia della Bomba rossa. Il progetto atomico sovietico nasce in ritardo, nel 1939. Paura della Germania, nonostante il patto con Hitler. Dopo due anni è già tutto fermo: i tedeschi attaccano, sono alle porte di Mosca, gli scienziati fuggono. C'è una guerra da combattere, alla nuova arma chi pensa più. Le ricerche languono fino al '43, quando Stalin rispolvera il progetto: i suoi informatori gli hanno parlato degli esperimenti del Reich sull'acqua pesante e dei progressi americani. E' allora che Khariton viene nominato capo degli stregoni dell'atomo. Il giovane scienziato non sa da dove cominciare. Cerca la via sovietica alla Bomba, però il procedimento è tutto da inventare. «Ma mi venne in soccorso Fuchs - racconta Khariton -. Klaus aveva lavorato al progetto Manhattan. Ci ha portato carte e dati segreti, in particolare sull'uso dell'uranio arricchito. All'inizio eravamo piuttosto scettici, pensavamo a un depistaggio. Ma più le studiavamo, più capivamo che le informazioni di Fuchs erano giuste. Arrivammo a una conclusione: conveniva copiare la Bomba americana piuttosto che cercare un altro procedimento, con minori probabilità di successo». Restava un problema: l'approvvigionamento di uranio. «Nel '45 una missione di ricerca lo reperì in una fabbrica di Neustadt-Glewe, in quella che sarebbe diventata la Germania Est. L'uranio alimentò il primo reattore nucleare sovietico e ci consentì di produrre plutonio. Ce l'avevamo fatta, con anni di anticipo sulla mia tabella di marcia». Il 29 agosto 1949 l'Unione So¬ vietica fa esplodere la sua Bomba e diventa la seconda potenza nucleare. «Per me fu un momento di euforia. Se avessi fallito, le Russie sarebbero precipitate in una grave crisi politica. L'abbiamo fatto per il nostro Paese, non per noi». Ma ci sareste arrivati lo stesso, senza i segreti trafugati agli Stati Uniti? «Penso di sì. Ma più tardi, molto più tardi...». AldoCazzullo

Persone citate: Fuchs, Hitler, Klaus Fuchs, Stalin