Tanti allocchi fra noi candidati

« Tanti allocchi fra noi candidati » « Tanti allocchi fra noi candidati » C'è chi si lascia truffare da fasulli venditori di voti GIOVANNI Gei è un deputato della de bresciana, che punta alla seconda elezione alla Camera. Figlio di una mezz'ala della nazionale italiana di calcio, poi, diventato allenatore del Genova e della Lazio, Gei è stato uno dei parlamentari che nell'ultima legislatura si sono battuti invano per far approvare una legge che limitasse le spese elettorali. In una conversazione alla Camera, il deputato de parla di quella giungla che è la campagna elettorale in Lombardia. Quanto costa essere eletti nella sua regione? In Provincia si spende sui 100 milioni, a Milano c'è gente che arriva al miliardo. Non le pare che siano pochi 100 milioni? Beh, c'è anche gente che spende di più. Ad esempio a Brescia uno come Vincenzo Balzamo spende molto. Intanto, non risiedendo a Brescia, deve pagare gente che manda avanti il collegio per lui. In queste elezioni, poi, si è fatto dare dai Comuni gli elenchi di tutte le donne nate dopo il 1932 e dei giovani che votano per la prima volta per scriver loro una lettera. Bene, se ne spedisce 100 mila già arriva a 100 milioni solo di spese postali. Senza contare il costo di chi prepara le lettere. Qualche mese fa ha già spedito un suo libro a molta gente nel collegio. E minimo minimo deve avere affrontato una spesa di mezzo miliardo. Comunque, lui è il segretario amministrativo del psi, non ha problemi. Un candidato «normale», invece, quanto spende? Ci sono delle spese fisse: 15 milioni di lire per i dépliant; 3-4 milioni per i santini con il nome del candidato che gli elettori debbono mettersi in tasca; altri 15 milioni per le radio. A Milano queste cifre si moltiplicano per lo meno tre volte. In tv, invece, è difficile andare. Le tv locali costano meno, ma non credo che siano efficaci, in più se vai in una - e la stessa cosa avviene per le radio - devi andare in tutte, se no le altre ti fanno campagna contro. Così i soldi si sprecano. Quelle di Berlusconi, invece, costano troppo, 60 milioni a spot. Nelle altre elezioni, però, c'erano delle interviste che andavano dopo la mezzanotte. Gente come il nostro Pino Leccisi ha avuto questa occasione, non credo però che abbia pagato niente. Non so se anche questa volta ci saranno fortunati del genere. E le cene elettorali? No, sono più una tradizione romana. Lì si affidano alle Marte Marzotto del luogo. Per me servono a ben poco, perché il cantante o il personaggio che vi partecipa è lo stesso che le gira tutte, da quelle dei de a quelle dei liberali. Io preferisco le cene mirate, quelle con i grandi elettori. Da noi va di moda la festa in discoteca con i giovani, altra baggianata. Mio figlio dice che lui e i suoi coeteanei le girano tutte e si divertono alle spalle del candidato che spende, per essere tirati, almeno 15 milioni a sera. Insomma, spesso i soldi vengono buttati? Eccome. Durante la campagna elettorale girano anche un sacco di truffatori. A me si è presentato il presidente di una non meglio precisata associazione di pescatori, promettendomi 500 voti. Nelle ultime elezioni, invece, il presidente dell'associazione girovaghi italiani mi ha offerto la sua collaborazione, in cambio voleva tre milioni. Io non l'ho voluta, ma poi ho saputo che se ne è avvalso un altro deputato de, Gregorelli. Per non parlare dei miei colleghi che si affidano agli improvvisati manager del momento: gente che ti organizza tutta la campagna per una parcella che va dai 10 ai 50 milioni e ti succhia soldi. Ad esempio, c'è una ditta che offre i pacchetti di fazzolettini di carta con su la propaganda del candidato. Chi li usa secondo me sbaglia, visto che i fazzolettini di carta ricordano alla gente le lacrime e in più portano male. La verità è che di allocchi tra noi candidati ce ne sono tanti. C'è tanta gente, quindi, che partecipa al business? Certo. Anche tra i candidati c'è chi se ne approfitta. Ad esempio, per un candidato de non è difficile dalle mie parti, nel Bresciano, tirare su una quarantina di milioni bussando alla porta dei piccoli industriali. Così c'è gente, tra i ripescati o tra quelli che non hanno chances, che si fanno dare dei contributi e se li mettono in tasca senza spenderli. E la propaganda sui giornali? Costa, ma a Milano va di moda. Gente come Mario Usellini e Roberto Formigoni ci spende fior di quattrini. Nelle ultime elezioni europee anche Mino Martinaz- zoli ha utilizzato molto i quotidiani. Se si imposta una campagna con questo tipo di strumenti si spendono miliardi. Solo gente come Usellini, che è un industriale che rappresenta industriali, può farlo. Ma scusi perché non è passata la legge che avrebbe dovuto fissare un tetto per le spese elettorali? Guardi io sono stato nel comitato dei 9, ho seguito passo passo l'iter parlamentare della legge e credo che quel provvedimento non piacesse alla segreteria del psi e forse anche a qualcuno del gruppo de. Con quella legge le spese elettorali sarebbero state ridotte di molto, ma non so, ad esempio, se le tv private sarebbero state contente. Perchè? Ad esempio il vicesegretario della de Sergio Mattarella ha sempre avuto un timore, che Berlusconi utilizzi i favori durante le elezioni per costruirsi un suo partito in Parlamento. Solo le tv private possono avere quest'interesse? No, non solo. Più sono alte le spese elettorali e più le grandi lobbies hanno la possibilità di accaparrarsi qualche deputato. E alla fine sono sempre quelli che, eletti, finiscono o alla comissione Bilancio o alla commissione Finanze. Altro esempio, ci sono grandi associazioni, come la Federfarma, che garantiscono ai loro candidati amici, uffici e segreterie. E per queste associazioni non conta certo il partito. Altro esempio: tutti i deputati della Val Trompia per essere eletti debbono avere l'appoggio dei produttori di armi, tranne forse quelli del pds, poveretti. Non per nulla c'è un deputato uscente che, anche se non potrebbe, è presidente del banco nazionale di prova delle armi. Allora è pericoloso spendere troppo? Basta farsi i conti: fino a cento milioni ci rientri facendo il deputato; chi spende di più o è un pazzo che butta i soldi, o, una volta eletto, si darà da fare.... Gei (Brescia): «Le tv, un lusso Uno spot Fininvest vale 60 milioni» Giovanni Gei, parlamentare de bresciano, si è battuto inutilmente alla Camera per una legge che limitasse le spese elettorali

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