Cercate Claudio, il debitore
Cercate Claudio, il debitore Omicidio Schena, i fermati negano e indicano altre piste Cercate Claudio, il debitore Ma restano le accuse contro i due fratelli «Frequentavano da tempo ilpensionato gay» Totale isolamento in carcere: è la misura adottata dalla magistratura per i fratelli Antonio e Massimo Impagnatiello, accusati di avere ucciso a Cordova di Castiglione Alfredo Schenà, 65 anni, il pensionato «scomparso» prima di Natale e trovato morto nella cantina del suo casolare di collina solo giovedì scorso. La decisione è stata presa per due motivi. Primo: impedire che i fratelli possano «parlarsi» attraverso gli avvocati, e concordare una versione comune. Secondo: facilitare la ricerca di altri indizi da parte dei carabinieri. Il risultato è che fino a sabato prossimo nessuno, neanche gli avvocati della difesa, potrà raccogliere la verità dei due sospettati che, fin dal principio, negano circostanze e respingono accuse. Ma negli uffici del Nucleo operativo di via Valfré, il maggiore Pasquale Muggeo conferma che la sua ricostruzione dei fatti, e dell'ambiente in cui sarebbero maturati, è quella che lunedì ha portato alla convalida del fermo di polizia giudiziaria e all'ordinanza di custodia cautelare: a uccidere Schena sarebbe stato il più grande degli Impagnatiello, Antonio, 32 anni, sconvolto dalle attenzione particolari che il pensionato avrebbe manifestato nei confronti di Massimo, il fratello più piccolo, barista a Porta Palazzo, 19 anni da compiere il prossimo 22 aprile. E per i due accusati la speranza di uscire presto di prigione è ormai legata agli esiti di una serie di accertamenti ordinati dalla magistratura. Nei prossimi giorni, i vigili del fuoco di Torino interverranno nella cascina sopra Gassino per cercare l'arma del delitto nel pozzo della cantina dove l'assassino ha cercato di fare sparire - senza riuscire - il corpo del pensionato. E giovedì, il pubblico ministero Virginia Borgani affiderà a un esperto la perizia balistica sui due proietti- li che erano conficcati nella testa di Schena: l'obiettivo è stabilire se siano dello stesso calibro di quelli trovati nella perquisizione a casa Impagnatiello. Se da un lato il pool di difensori di Antonio (avvocati Bissacco e Crìstini) e Massimo Impagnatiello (avvocato Crovella) segue da vicino le varie fasi dell inchiesta, dall'altra ha cominciato a svolgere indagini in proprio. I legali non credono affatto al teorema su cui si regge l'accusa, e sembrano piuttosto orientati a pensare che il delitto sia matura¬ to nell'ambiente della riscossione dei crediti. Quella era da parecchi anni l'attività del pensionato. E l'altro giorno, durante l'interrogatorio davanti al gip, Antonio ha dichiarato che in uno dei suoi sopralluoghi a Cordova alla ricerca di notizie dell'amico scomparso, ad accompagnarlo c'era anche «un certo Claudio di Roma. Alfredo lo aveva conosciuto nel periodo in cui era vissuto nella capitale, e quel tipo gli doveva un sacco di soldi». Gianni Armand-Pilon Massimo e Antonio Impagnatiello, i due fratelli accusati, chiamano in causa un nuovo personaggio
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