Campania violenta colpita la Frattese

Campania violenta colpita la Frattese dura sentenza Due anni di squalifica per la società Campania violenta colpita la Frattese ROMA. «Ogni domenica non so se uscirò vivo dal campo». La frase di un giovane arbitro è lo specchio della situazione in Campania: qui il calcio dilettantistico rischia davvero di sparire sotto i colpi di teppisti e camorristi. Da novembre ad oggi una spirale di violenza: arbitri aggrediti, picchiati a sangue, pistole sfoderate in campo. Sotto accusa in particolare il napoletano. E molti suoi dirigenti, veri e propri mandanti dei picchiatori. E' facile, nel calcio dilettantistico le misure di sicurezza sono scarse, poca polizia (quando c'è). Basta «dimenticare» una porta aperta e l'aggressione all'arbitro è un giochetto. Ma scontri tra tifosi e minacce sono all'ordine del giorno. Domenica 17 partite sono state giocate in campo neutro. Ma basta spostarsi di pochi chilometri e i teppisti non hanno problemi, probabilmente salgono addirittura sul pulmann delle squadre. E ancora domenica scorsa l'ultimo episodio, forse il più grave, l'arbitro di TorrecusoFrattese (Aldo Agnello, 28 anni) assegna un gol contestato ai padroni di casa e viene circondato e picchiato da giocatori e dirigenti della Frattese. La Federcalcio ha deciso di intervenire. Riunione straordinaria presieduta da Matarrese che annuncia il provvedimento del giudice sportivo di immediata efficacia: 1 ) Esclusione dal campionato di Eccellenza e da ogni competizione obbligatoria della società Calcio Frattese; 2) La Calcio Frattese viene retrocessa in Terza categoria; 3) Squalifica del campo per 2 anni; 4) Sanzioni da 3 a 5 anni per giocatori e dirigenti. Alcuni rischiano la radiazione; 5) La Frattese dovrà risarcire i danni ad arbitro e guardalinee. «La situazione del calcio dilettantistico in Campania - dice Matarrese - ci preoccupa. In questa riunione straordinaria abbiamo definito alcune misure preventive. Comprendono l'utilizzo di un maggior numero di commissari di campo e di arbitri provenienti da altre regioni. E vogliamo una più intensa collaborazione da parte dei dirigenti campani. E' stata infine disegnata una mappa delle zone a rischio. L'abbiamo inviata al ministro Scotti chiedendo una maggiore presenza delle forze dell'ordine. Ho avuto molti contatti con il ministro, sappiamo di non poter chiedere l'impossibile. La criminalità in Campania è già fonte di grandi preoccupazioni per il governo». L'arbitro picchiato ha dato le dimissioni? «No, al telefono mi ha detto: "Sono un arbitro e voglio continuare ad esserlo". Il suo coraggio mi ha colpito. Con questo provvedimento speriamo di aver bloccato una volta per tutte questa infame catena di aggressioni». E se la «caccia all'arbitro» dovesse proseguire? «Credo capiscano che non è il caso di insistere. Se la situazione peggiora non escludo altri rimedi, chiusura del calcio dilettantistico compresa. Ma qui io voglio ribadire che i mascalzoni sono pochi. Si tratta di casi isolati, protagonisti alcuni delinquenti. Spero che la parte migliore della Campania ci offra la sua collaborazione. Certo da oggi gli organi giudicanti useranno sempre il pugno di ferro». Piero Serantoni

Persone citate: Aldo Agnello, Matarrese, Piero Serantoni

Luoghi citati: Campania, Roma