Il Cavaliere al nero di Wilson e Waits di Sergio Trombetta

Il Cavaliere al nero di Wilson e Waits Burroughs riscrive in musical De Quincey Il Cavaliere al nero di Wilson e Waits Nozze riuscite fra il cantautore folk e il gelido mago del teatro americano AMBURGO DAL NOSTRO INVIATO Strana coppia, coppia curiosa, tutta americana, quella nata all'ombra della città anseatica: Bob Wilson il gelido mago visuale del teatro americano, compagno di strada di Philip Glass, Lucinda Childs e Trisha Brown, sottobraccio a Tom Waits, il caldo cantautore delle tante ballate, ironico trasmigratore di generi, dal folk al cabaret. A celebrare gli sponsali il santone della beat generation, William Burroughs, oggi più che mai tornato di moda dopo il «Pasto nudo» ricucinato per il cinema da Cronenberg. Luogo del misfatto il Thalia Theater di Amburgo, istituzione culturale ultracentenaria. Da questo sodalizio è nato un magico e affascinante spettacolo: «The Black Rider», «Il cavaliere nero», una rivisitazione in chiave di musical della faustiana storia boema dell'uomo che vende l'anima al diavolo per comprarsi la felicità, cupa storia romantica già raccontata in prosa da Thomas de Quincey e in musica da Von Weber nel «Franco Cacciatore». Burroughs ha riscritto la vicenda di Wilhelm, scrivano che vende l'anima a Satana per diventare provetto cacciatore e che alla prova definitiva sbaglia colpo e uccide la promessa sposa Kàtchen. Storia quanto mai autobiografica per chi ricorda che Burroughs nel '51 in Messico, in preda alla droga, uccise la moglie giocando a Guglielmo Teli. Waits ha composto musiche di forte teatralità, e di grande abilità parodistica: ballate folk, melense melodie Anni 20, romantiche canzoni. Wilson ha disegnato immagini che ripercorrono l'iconografia del cinema muto espressionista, con scene e mobili sghembi, attori (tutti bravissimi) truccati e vestiti come gli eroi di Lang, Murnau e Wiene, attingendo però a piene mani anche dal circo, dal cabaret, dal teatro Nò giapponese e mixando tutto nel frullatore del suo stile solo apparentemente algido. Accolto trionfalmente a Parigi, Vienna e Berlino, «The Black Rider» - che è costato sei milioni di marchi, ha richiesto 120 ore di lavoro per le sole luci, e ha bisogno di otto giorni di montaggio ogni volta che va in scena in un nuovo teatro - arriva, in piene manifestazioni colombiane, dal 23 al 28 giugno, al Carlo Felice di Genova e sarà di sicuro un titolo di grande richiamo prima di proseguire per l'Expo di Siviglia. Ma intanto ad Amburgo, dove «The Black Rider» si avvia verso la centesima replica, Waits e Wilson, in base al principio «squadra vincente non si cambia», sono di nuovo al lavoro, questa volta senza Burroughs, Un'attrice del « avaliere nero» per un'altra avventura: una «Alice nel paese delle meraviglie» molto speciale, dove Lewis Carrai e la sua passione per le fanciulle non saranno trascurati. Ma perché Faust e perché Alice? «Nell'88 - ricorda Waits eravamo vicini di casa a New York e ci siamo detti: "Facciamo qualche cosa insieme". Bob aveva già realizzato per il Thalia "Hamlet Machine" e un "Parsifal". Lui pensava à un musical sui cow boy. Io ero incantato dalle cose che aveva fatto, ed ero pronto a lavorare con lui». Interviene Wilson: «Tom ha dato il segno, la cifra dello spettacolo; dai tedeschi abbiamo preso la storia faustiana, che ritrae molto bene la fame di successo della cultura americana: presto farò un "Dottor Faust" di Gertrud Stein con giovani allievi teatrali della ex Berlino Est». «Ma anche con Alice non si scherza - ribatte Waits - è una storia per bambini quando si è bambini; per adulti, quando si cresce. A ogni età la sua lettura». Da artisti che amano lavorare in profondità e curare artigianalmente tutto nei particolari, Waits e Wilson hanno pianificato un anno di prove e workshop per la loro «Alice» che debutterà il 19 dicembre ad Amburgo. Dice Wilson: «Io ci metto sempre molti mesi, a volte anni per un nuovo lavoro. Non importa se è Wagner, Mozart o Tom Waits. Per "Alice" Tom ed io abbiamo preparato una storyboard, una serie di inquadrature, come se fosse un video o un film. Lavoriamo su ogni singola inquadratura sviluppando da questa testo e musica. Partiamo dall'improvvisazione per arrivare alla concezione definitiva della scena su cui poi gli attori approfondiscono le parti, anche quando non ci siamo, utilizzando il videotape delle prove». E tutte due si dividono fra mille impegni e progetti. Tom Waits, uscito dalla sua leggendaria schiavitù con l'alcol beve aranciata, scherza («sono d'accordo con il barman, mi mette una parte di aranciata e due eli alcol puro. Ho preso una pausa dall'alcol, ma ci rivedremo presto») e annuncia: «Coppola mi ha scritturato per il suo prossimo film su "Dracula"». Wilson, che invece si droga col lavoro, elenca: «Ho un progetto con Trisha Brown, per un film. Voglio portare in Europa "Einstein on the beach". Sto preparando per la Scala uno spettacolo su Monteverdi che andrà in scena a Mantova nel settembre '93, poi farò la "Butterfly" alla Bastiglia diretta da Myung-WhunChung. E' la prima opera che ho visto in vita mia, da ragazzo. Era all'aperto e vicino a uno zoo». Sergio Trombetta Un'attrice del «Cavaliere nero»