Togliatti vincerà

Togliatti vincerà Togliatti vincerà «Purtroppo è un uomo di genio» A lettera che pubblichiamo, del 5 luglio 1956, segue di poco gli avvenimenti di Poznan, in Polonia, dove i sovietici avevano represso con la forza la protesta operaia e popolare. La parte più sensibile della sinistra italiana reagì: Romano Bilenchi, allora direttore del quotidiano fiorentino Nuovo Corriere, scrisse, il 10 luglio, un articolo di fondo dal titolo I morti di Poznan che non piacque a Togliatti e che fu una delle cause che portarono dopo qualche settimana alla chiusura del giornale. • Nell'autunno dello stesso anno esplose la rivolta d'Ungheria, e la spietata repressione sovietica indignò molti comunisti europei, avviando un vasto processo di revisione, un «esame di coscienza». Come si vede da questa lettera, l'analisi che dà Pratolini del comunismo sovietico era già molto critica, alla vigilia della grande crisi. ~7T| Roma, 5 luglio 1956 1 ' ARO Sandro, non ti ho I scritto in questo ultimo 1 i mese perché non sono \èi stato troppo bene, i soliti disturbi che mi tolgono anche la velleità, non dico il desiderio, di pigliare la penna in mano per scrivere a te. (...) Io sono un uomo preso alla sprovvista in questo momento, perciò, malgrado collassi e deliqui, non sono intervenuto e non interverrò per ora nella discussione. Sono stato sempre antistaliniano, per questo la vera Ghepeù del pei mi ha dato la battaglia che mi ha dato, per questo mi trovo fuori del partito e in questa particolare condizione. Ma antistalinismo perché leninista. E per questo ho accettato tutto, messo a tacere la mia coscienza. Stalin aveva vinto, aveva creato il socialismo in un solo Paese, o comunque, a costo di spaventose, sanguinose ingiustizie, creato le grandi premesse di tutto ciò, aveva diretto il popolo russo nella sua guerra vittoriosa. Non sarebbe stato eterno, alla sua morte lo spirito rivoluzionario avrebbe ripreso, rinnovato, trenta anni dopo Lenin, la sua strada: quella sarebbe stata anche la mia ora, e la fine dei Togliatti e dei Thorez, dei Malenkov e dei Krusciov. E' invece la vittoria di costoro, una grande vittoria della destra bolscevica, uno spavento: costoro allonta¬ nano il socialismo nel nostro Paese, direttamente e per riflesso, più di quanto non potrebbe Sceiba. E', per noi, la morte del leninismo; è, camuffata sotto la realtà dei tempi nuovi, «un passo avanti e due indietro», infatti! Le ossa di quel grande uomo che fu Bukarin sussulteranno nella fossa lui, almeno, era il teorico di una destra che non sarebbe mai arrivata a questa forma di «disgelo». A prometterlo, cioè, il disgelo, e a negare, più e meglio di prima ogni libertà socialista! Scriverò, credo, quest'estate, un qualcosa di organico sull'argomento, non si può più tacere, e non si può più permettere ai candidi Cassola di dire delle fesserie: almeno le fesserie dei Salinari sono fesserie di uno che sa di cosa parla! Vincerà ancora Togliatti, purtroppo, è il più intelligente, più scaltro di tutti, è un uomo di genio in mezzo a degli ottusi e dei pavidi. Spero sulla base, non quella indiscriminata, che hanno tenuto all'oscuro, sempre di tutto, ma su uomini ignoranti ma rivoluzionariamente sani. Il mio scritto, ho in programma di lavorarci tutto settembre, lo manderò come «Lettera di un compagno di strada» al congresso del pei, nel prossimo novembre: ti prego di tenerti assolutamente per te questa notizia. Nel frattempo, tra l'altro, la situazione, che è in continuo movimento, sarà in qualche modo diversa, anche Poznan conta oggi, politicamente, credimi, sanguinosamente ma positivamente. E non ti ho parlato, come vedi, dei nostri uomini di cultura; la tua informazione vale la mia. Credono, costoro, che si tratti di parlare di cultura come un'entità a sé, come se si potesse parlare di cultura ignorando in mano di chi sono le azioni della «Galileo», per esempio e di quante ore di lavoro costa a un operaio o a un professore il filoncino di pane che mangia a desinare! Sempre più si illuminano d'immenso e si riducono a dei microbi. Ci riduciamo dei microbi. Smetto qui. Non puoi capire, ossia voglio essere certo che tu capisca, l'eco che hanno avuto dentro di me le righe della tua ultima lettera. Ora, notizie: parlarti di Vallecchi sarebbe troppo lungo; io sono uno dei veri sacrificati della faccenda, questa è la verità, ma gli ho promesso spontaneamente che fino ad ottobre non muoverò foglia, e manterrò la parola. Presta pure orecchio alle cento voci, specie a quelle che ti vengono dai suoi fidi dipendenti! Ma sappi che sono o mascalzonesche o servili. Vale a dire: o di gente che gioisce della tua disgrazia (!) o di gente che egli istruisce. (...) Vasco Pratolini

Luoghi citati: Polonia, Poznan, Roma, Ungheria