Stessa pillola per moglie e micia di Ferdinando Camon

Stessa pillola per moglie e micia r LA GRANDE FAMIGLIA Stessa pillola per moglie e micia Francesco DeSE il ministro della Sanità si occupa di cani e gatti, vuol dire semplicemente che ormai cani e gatti son diventati un'appendice o una protesi dell uomo. La loro moltiplicazione, molto maggiore nelle città che nelle campagne, copre il calo delle nascite umane, vistoso nelle, città e assente nelle campagne. Il bambino che cresce ha un bisogno d'affetto e di relazioni che una volta veniva soddisfatto dandogli dei fratellini, adesso vien placato dandogli come compagno di giochi un animale. Non si creda che questa scelta presenti solo degli aspetti negativi: lo stesso Freud notava come l'affetto per un altro essere umano abbia sempre il carattere dell'ambivalenza (è pronto cioè a rovesciarsi nel suo contrario, l'odio), mentre l'affetto per un animale è quel che è, e basta. E' raro infatti che un bambino, ricevendo in casa un compagno di giochi, gli presenti con orgoglio un fratellino, mentre è normale che gli faccia conoscere il suo cane, chiamandolo ed esibendolo. Gli animali lo sanno: in compagnia con l'uomo non sono mai stati così bene dalla preistoria ad oggi, ma hanno paura che questo stato di cose sia precario e nasconda delle insidie. Non so se chi mi legge ha mai avuto una gatta che abbia partorito in casa: la gatta incinta si prepara all'evento con varie settimane di anticipo, comincia a frequentare cassette, scatole, ceste, a scovare i posti più bui, dietro armadi o termosifoni, prende a nascondersi fin da qualche giorno prima, partorisce in silenzio, di notte, alla mattina scopri la nidiata di gattini ciechi o semiciechi (i contadini gli controllano la vista facendogli sprizzare davanti agli occhi un fiammifero acceso), e subito, vedendo l'attenzione eccezionale e straordinaria degli umani verso i suoi figlioletti, si insospettisce e provvede a nasconderli: una mattina ti alzi, cerchi i gattini e non li vedi da nessuna parte, ti metti le scarpe per uscire e nella pri ma scarpa senti agitarsi l'ani maletto peloso e molle, ac 1 mah I quat quattato là dentro come un orenzo batuffolo: gli altri sono nelle scarpe vicine. Cosa teme la madre, perché li nasconde? Teme che le ven- tano portati via: da quando è iventata madre sente la casa dell'uomo come un luogo pericoloso, potenzialmente mortale. Se un adulto si avvicina ai piccoli, la gatta neomadre si agita, in qualche caso si fa aggressiva. Anche la cagna, Con i bambini l'atteggiamento cambia, diventa più Eermissivo, animali di casa e ambini formano nella famiglia moderna un nuovo sottosistema affettivo, quello che una volta era costituito dai fratellini numerosi, e che si contrappone alla coppia genitoriale. Il mito di Tarzan, ma anche di Remo e Romolo, accettati, allevati, allattati da animali, nasce dalla scoperta di questa possibilità di solidarizzare che hanno animali e bambini. Se così stan le cose, il ministro della Sanità, occupandosi della famiglia, non poteva ignorare questi nuovi, fondamentali membri, che sono gli animali: anche perché la loro buona salute è la premessa perché stia bene tutto il sottosistema di cui fan parte, cioè anche i bambini. Il ministro ha notato che gli animali nelle case italiane oggi sono troppi, e che dalle case tendono a tracimare nelle strade e nelle piazze sottostanti, insediandovi delle vere colonie di vagabondi che si spartiscono il territorio. E vuol regolamentare le nascite, spargendo antifecondativi nel cibo, o intervenendo chirurgicamente. Sono le tecniche che varie città usano da tempo con i colombi (Milano) o i gatti (Venezia). Costituiscono l'ultimo atto della progressiva «umanizzazione» degli animali che vivono con l'uomo: cibo, giachi, vitamine, antibiotici e calmanti sono già gli stessi. I nostri figli hanno per fratelli degli animali, ma a questo fatto rimediamo facendo di quegli animali, un po' alla volta, dei quasi-umani. Fra poco la madre che manderà a scuola la figlia e in terrazza la gatta, fornirà ad ambedue la stessa pillola. Ferdinando Camon lonj Francesco De Lorenzo

Persone citate: Francesco De Lorenzo, Freud

Luoghi citati: Milano, Venezia