Gli impresari intascavano il «pizzo»

Gli impresari intascavano il «pizzo» Melfi, sette arresti Gli impresari intascavano il «pizzo» MELFI. Si presentavano come vittime, al più come mediatori in grado di ottenere uno sconto sulla tangente che anche loro erano costretti come imprenditori a pagare e, invece, facevano parte dell'organizzazione legata alla camorra napoletana che imponeva il pizzo alle imprese impegnate nella costruzione del megastabilimento della Fiat a Melfi, in Basilicata. Un intreccio ingegnoso che vedeva alcuni impresari abbinare all'attività di costruttore quella di esattore del pizzo. Ora, dopo mesi di indagine, i carabinieri hanno arrestato sette persone, tutte campane ma con interessi ed attività su Melfi. Erano appena usciti da una villa di campagna alla periferia di Lavello, con l'acconto per una tangente estorta a due imprese di Roma, vincitrici di un appalto da sette miliardi: 119 milioni, 60 in contanti e 59 in assegni. [e. s.)

Luoghi citati: Basilicata, Lavello, Melfi, Roma