Zurigo, rissa sui morti del DC9
Zurigo, rissa sui morti del DC9 Ma TAlitalia non accetta il verdetto della commissione d'inchiesta svizzera Zurigo, rissa sui morti del DC9 «Tutta colpa dei piloti» «Gli strumenti dell'aereo davano indicazioni sbagliate» Per gli italiani i responsabili sono i controllori del traffico ZURIGO DAL NOSTRO INVIATO Strumenti di bordo che davano indicazioni sbagliate, inosservanza delle procedure di avvicinamento all'aeroporto, scarso coordinamento tra comandante e copilota, probabile lettura errata dell'altimetro da parte del comandante stesso: ecco perché, secondo gli inquirenti svizzeri, la sera di mercoledì 14 novembre 1990 il DC9 «Sicilia» del volo Alitalia Milano-Zurigo andò a sbriciolarsi contro la collina di Stadleberg a nove chilometri dalla pista di Kloten. Morirono tutti, 40 passeggeri e i sei membri dell'equipaggio. Nell'aula magna del Politecnico di Zurigo, dov'è stata convocata la commissione federale che deve dire l'ultima parola sulla sciagura, i tecnici dell'ufficio d'inchiesta sugli infortuni aeronautici del ministero dei Trasporti elvetico hanno sostenuto questa tesi con insistenza, senza concedere il minimo credito alle osservazioni delle altre parti in causa, dall'Alitalia al nostro ministero dei Trasporti rappresentato da Civilavia. Amaro commento di Silvano Silenzi, comandante di jumbo e responsabile della sicurezza della compagnia: «Questo scenario era già pronto oltre un anno fa; gli inquirenti si sono innamorati di una teoria e si sono rifiutati di cambiarla. Fino a un certo punto hanno chiesto la nostra collaborazione poi ci hanno ignorati». Gli svizzeri difendono strenuamente il loro sistema di controllo del traffico: i loro uomini radar quella sera videro sui monitor il DC9 troppo basso ma non lo avvertirono. Dall'inizio di novembre erano stati ridotti da quattro a tre e al momento del¬ l'incidente alla postazione erano solo due perché il terzo s'era assentato. «Questo comportamento ha solo favorito l'incidente» sostiene l'ufficio d'inchiesta. Swisscontrol, l'ente elvetico di controllo del traffico: «Nulla consente di concludere che il controllo col suo comportamento abbia potuto contribuire all'incidente». Dunque una faccenda tutta italiana. Certo sul DC9 «Sicilia» qualcosa non funzionava quella sera. Poco prima del decollo da Milano i due VHF-NAV, cioè gli apparati di radionavigazione che ricevono i segnali dell'atterraggio strumentale, erano stati cambiati perché nel volo precedente avevano avuto noie. Il comandante Raffaele Liberti, 47 anni, diecimila ore di volo, e il copilota Massimo De Fraia li tenevano sotto attento controllo. Ad un certo punto Liberti come risulta dalla scatola nera si accorge che sul suo ricevitore, il numero 2, i dati sono diversi da quelli del copilota. Passano 25 secondi durante i quali si sente soltanto la voce dei controllori poi il comandante ordina: «Andiamo sull'I». Decisione fatale. Il ricevitore numero 1 indica che l'aereo è sul sentiero di discesa, le due sbarrette che indicano quota e direzione s'incrociano esattamente al centro del quadrante. Invece è a 1200 piedi, circa 400 metri sotto la quota su cui si dovrebbe trovare e l'autopilota lo sta guidando contro la collina. Dal radar di Zurigo lo vedono ma sono molto occupati. «Causa principale e quindi non concausa dell'incidente deve ritenersi il comportamento del controllo del traffico aereo svizzero - ha ribadito l'Alitalia in una memoria -; non doveva "passare" il DC9 alla torre perché questo non aveva ancora comunicato di essere stabilizzato sul sentiero di discesa». La compagnia appoggiata da Civilavia (è intervenuto il direttore per la sicurezza Alberto Di Giulio) replica anche sul malfunzionamento degli strumenti. Perché, dice, per esempio non si è presa in considerazione l'ipotesi di un falso sentiero di discesa provocato da un'interferenza o da un'anomalia magnetica? Perché non si è fatta un'accurata indagine per vedere se a bordo qualcuno usasse in quel momento telefonini o lettori di compact disc? La Swissair ha recentemente denunciato un caso in cui un compact disc ha mandato in tilt ambedue gli altimetri di un suo aereo. La commissione federale terrà conto di tutto questo? La risoluzione finale è attesa tra due mesi. Vittorio Ravizza | I resti del DC9 precipitato | vicino all'aeroporto di Zurigo
Persone citate: Alberto Di Giulio, De Fraia, Liberti, Raffaele Liberti, Silvano Silenzi, Vittorio Ravizza
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