Bomba nel giorno del Bilancio tory

Bomba nel giorno del Bilancio tory GRAN BRETAGNA L'attentato in una stazione ferroviaria di Londra: molti danni ma nessuna vittima Bomba nel giorno del Bilancio tory In clima elettorale, Major annuncia sgravi fiscali LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il governo conservatore ha sparato il colpo d'avvio di una incertissima campagna elettorale facendo agli inglesi il regalo di diffusi tagli fiscali. Contemporaneamente, alla stazione ferroviaria di Wandsworth Common esplodeva una bomba (molti danni, caos, ma nessuna vittima), che ha rilanciato, proprio nel giorno della presentazione del Bilancio, la campagna di terrore dell'Ira. E' stata la mossa a sorpresa del Cancelliere dello Scacchiere Norman Lamont che ieri pomeriggio ha presentato a un Parlamento elettrizzato e vociante il bilancio previsionale del prossimo anno finanziario. E' l'ultima carta che il premier Major può giocare, l'asso decisivo per respingere l'attacco dell'opposizione laborista, ancora in vantaggio negli ultimi sondaggi. Oggi il primo ministro attenderà la reazione della City alle misure presentate nel budget e poi si recherà dalla Regina. Il copione è già scritto e non dovrebbe più riservare sorprese: Major annuncerà lo scioglimento dei Comuni tre mesi prima della naturale scadenza della legislatura e indirà le elezioni per il 9 aprile. Nel mese che resta, il governo conservatore spera di invertire il trend dei campioni pre-elettorali che continuano a premiare i laboristi di Kinnock con un vantaggio compreso fra l'I e il 3%. E' una sfida rischiosa, quella di Major, ma obbligata. Rischiosa perché per la prima volta un premier inglese osa indire le elezioni in piena recessione, con il governo in difficoltà. Ma è una scelta ormai obbligata, perché «Major il temporeggiatore» ha già lasciato passare due occasioni favorevoli: alla fine della vittoriosa guerra del Golfo che aveva tonificato la sua fresca popolarità di successore della Thatcher, e poi lo scorso autunno quando la recessione non era così grave. Rinviare ancora, a questo punto, sarebbe considerato dall'elettorato un segno di palese debolezza. Il governo gioca quindi il tutto per tutto con questo bilancio, studiato apposta dal tandem Major-Lamont per attrarre voti più che per ridar fiato all'economia colpita dalla più lunga crisi degli ultimi sessantanni. Ieri il Cancelliere ha negato naturalmente davanti all'aula ribollente dei Comuni l'interesse elettoralistico sostenendo che il suo è «un bud¬ get per il rilancio». E infatti Lamont ha presentato una serie di sgravi fiscali per le imprese (dimezzando fra l'altro dal 10 al 5 per cento le tasse sulle nuòve automobili) per ridar slancio e risorse al settore produttivp. Ma sono state misure piuttosto circoscritte, che non hanno suscitato l'entusiasmo della City. Ma l'attenzione di Lamont e del partito conservatore era tutta centrata sull'elettorato, gratificato invece da una serie di alleggerimenti fiscali a pioggia e da una riduzione dell'aliquota minima dal 25 al 20%, limitatamente però ai primi quattro milioni e mezzo di reddito. Quanto basta al governo Major per proclamare che difende anche gli interessi degli strati più bassi della società. Per finanziare i tagli fiscali e fare i conti con i minori introiti statali causati dalla recessione, il governo sarà però costretto a raddoppiare il deficit pubblico che salirà da 14 a 28 miliardi di sterline. E' una scivolata impensabile per i conservatori che sotto la Thatcher avevano fatto dell'equilibrio di bilancio un cardine della loro oculata politica economica. Nella sua rincorsa elettorale, Major ha deciso di sacrificare anche questo dogma, come in precedenza dell'eredità thatcheriana aveva già ripudiato l'impopolare poll-tax e la politica antieuropeista. Ieri pomeriggio, seduta in terza fila, la signora Thatcher ha ascoltato senza batter ciglio il discorso di abiura. Basterà questo voltafaccia a salvare Major? Kinnock fiuta il rischio di una rimonta in extremis dei conservatori e replicando a Lamont ieri sera ha ricordato che il governo Major è colpevole, come i tre precedenti della Thatcher, dell'attuale crisi economica e della disoccupazione record. «Questo budget è dettato dal panico elettorale - ha accusato il leader laborista -. Occorreranno anni per ripagare il debito pubblico. Invece dei tagli fiscali, Major doveva spendere per migliorare i servizi pubblici». A chi daranno retta gli elettori? Per la prima volta dal '79, le elezioni sono incertissime e un'ipotesi diffusa pronostica che né i conservatori né i laboristi otterranno la maggioranza assoluta. Per governare sarà quindi necessario imbarcare anche i liberaldemocratici, che reclamano però una rivoluzionaria riforma elettorale in senso proporzionale. Paolo Paini no

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra