Languida Alessandra nella notte del terrore

Languida Alessandra nella notte del terrore r L'ACCHIAPPAVOTI Languida Alessandra nella notte del terrore ngioletti Ton lo sono mai stati. Ma una qualità super-eroica, nel loro perpetuo fiammeggiare, davvero nessuno l'avrebbe supposta (voce del verbo supporre). Gianfranco Fini, il missimo smilzo, come Flash, il corridore con le palle. Ecco: c'è voluta la perfida contiguità televisiva (due volte l'altro ieri) a svelarcene la parentela. Cominciamo da Flash. Lampeggia qua e là nei break pubblicitari annunciando il proprio esordio tv per sabato prossimo. Vi è sfuggito? Nella notte scura una famigliola assiste al Reato (l'incendio di una automobile), guarda i Motociclisti Antisociali (che sgommano) e sospira (la famigliola): «Così non si può continuare, qualcuno deve fermarli». La voce fuori campo annuncia: «Central City è a pezzi ormai. Le strade sono deserte e la gente vive nel terrore». Stacco su Facce da Tossicomani, su Giubbotti di Pelle, sulle Pistole. Di nuovo Ta^voce fuori scampprM|tNel buio della violenza e del terrore, un fulmine si aggira nel. .la città». Tattai-attk: uFlasli! L'uomo più veloce del mondo, con una sola missione... Liberare le strade del mondo dai Criminali». Tattarattà. Fine. Fini. Emerge dallo stesso buio, dalla stessa notte. Per avventura o vantaggio (elettorale) la Casualità Elettronica lo ha piazzato sulla scia dell'Eroe. E Gianfranco Fini ci fa la sua figura. Cupa è la musica, cupa la prima foto, le Siringhe, cupa la seconda, i Morti Ammazzati. Cupissima la voce: «Ogni anno in Italia tremila morti. Droga. Mafia. Criminalità». Musica. «Trentatremila miliardi di tangenti ai partiti». «Milioni di giovani senza casa e disoccupati». Click: i Giovani. «Il 60 per cento del tuo guadagno in Tasse». Zac, banconote spezzate. Musica. Voce: «Anche in Italia c'è un Muro da abbattere. Il Muro dei Partiti». Ecco: uno ora si aspetterebbe di vedere comparire la scia di Flash, di sentire le trombe, la frenata dei calcagni. Niente. Resta Fini, l'immobile, a parlarci del Muro: «Abbattiamolo insieme per costruire la nuova Repubblica». Non molto, ma abbastanza. Flash ha il costume rosso. Fini la giacca nera. Flash ha fasci di muscoli. Fini niente muscoli, ma fasci sì. Flash corre. Fini resta. Eppure i due super-eroi si assomigliano. E' un profumo di catastrofe, un brivido da buio, uno scricchiolio da cassapanca a renderli così (simpaticamente) simili. Peccato che lo spot sbrachi proprio sull'ultima coltellata, prima di sanguinare via: Negli ultimi quattro secondi - quando tocca allo slogan finale: «Per rinnovare: ogni voto una picconata» - ci tocca sentire una imperdonabile voce di donna. Donna? Ma come? E con che tono, poi. Da annunciatrice di offerta tre-per-due di una.qualunque Coop (orrore: comunista!). Nooo. Questa si chiama incoerenza pubblicitaria. Avventurismo politico. Democraticismo. Il Movimento sociale ha uri target con il cuore univoco oltreché tricolore. Mica per niente il reggente della federazione romana si chiama Donato Lamorte. Mica per niente i candidati sono maschi e risoluti e allenati ad avere «molti nemici, molto onore». Come quel Franco Bucarelli, gazzettiere del Gr2, che si beccava le esternazioni di Cossiga alle sei del mattino, tutti i santi giorni, senza mai marcare visita. A casa le donne, in questo mondo di Criminali &• Eroi. Con una languida eccezione. Una sola, per gli occhi roventi di Alessandra. E le sue camicie sbottonate appena. E il suo slogan disarmante: «Napoli: fatti, non parole». Ma lei, sospirano gli elettori missini che la voteranno, è più Mussolini, che donna. Pino Corrias ias^J

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