E' L'ANNO DI BARLOW di Masolino D'amico

E' L'ANNO DI BARLOW E' L'ANNO DI BARLOW OM'E' possibile che il ■ nell'anno di grazia H 1 1992 un romanzo con- j i temporaneo tradotto j & compaia con la dicitura I ! «Malgrado le ricerche j I effettuate, non si è po■ I tuto rintracciare la proV / prietà letteraria di quest'opera, pubblicata per la prima volta in Italia da Longanesi nel 1963»? Esiste davvero un tale mistero su James Barlow, il cui Torno presto, anch'esso recuperato (da Sellerie dietro consiglio di Leonardo Sciascia), è stato un piccolo successo fra gli amanti del giallo intellettuale? Eppure dall'odierno L'anno crudele, che nell'originale si intitola «Term of Trial», fu ricavato anche un film con Laurence Olivier e Simone Signoret, diretto da Peter Glenville e distribuito anche in Italia, dopo essere stato presentato al Festival di Venezia del 1962 dove ottenne anche un premio Ocic. Del film ricordo solo che all'epoca fu giudicato un onesto e un po' prevedibile campione del piatto realismo caratteristico di molto cinema britannico. Il romanzo appare certo più notevole, anche se il lettore deve armarsi di pazienza, che lo scrittore mostra dove veramente vuole andare a parare solo nelle ultime cento pagine, e le trecento precedenti per quanto tecnicamente ammirevoli contengono ben poco di ameno. Graham Weir, protagonista della storia, che si svolge nell'Inghilterra provinciale degli Anni Cinquanta, è un tipo di antieroe non dissimile da altri cui la narrativa moderna ci ha abituati: piccolo, fragile, mediocre, roso dai sensi di colpa per una manifestazione di vigliaccheria avvenuta durante la guerra (fuggì in preda al panico davanti a un aereo in fiamme contenente dei commilitoni ai quali avrebbe potuto tentare di portare soccorso). Con la moglie Freda, ancora bella ma frustrata dalle mancate maternità e dalla consapevolezza dell'ignavia del marito, costui si è da poco trasferito in una nuova cittadina dove insegna ai meno brillanti fra gli alunni di una scuola popolare. I colleghi non lo stimano, e gli studenti, che fanno presto ad accorgersi della sua debolezza solo parzialmente attenuata da qualche birra colpevolmente tracannata nelle pause, gli mettono i piedi in testa; solo la dolce, timida Shirley gli dimostra un po' di amicizia, e cerca di vederlo anche fuori delle ore di lezione. Weir - è il suo solo tratto accattivante - vuole aiutare quei pochi ragazzi che mostrino di non essere ancora stati rovinati dalla miserabile volgarità della società provinciale e consumista del dopoguerra; così quando Shirley gli chiede ripetizioni di inglese per poter uscire dal sordido ambiente in cui sta crescendo e aspirare a un posto di segretaria, accetta, e rifiuta di farsi pagare. Le lezioni private continuano anche quando Weir si è reso conto che la ragazzina è un po' innamorata di lui; l'anno scolastico finisce comunque senza complicazioni, e Weir è addirittura candidato a una promozione. Senonché durante una gita di professori e studenti a Parigi Shirley compie delle avances che Weir respinge. Offesa, e senza dubbio anche frastornata dai genitori che non l'hanno mai capita, l'allieva denuncia allora falsamente il docente, accusandolo di averla aggredita con intenzioni oscene. Il processo che segue contiene, come dicevo, la ragion d'essere del romanzo, non in quanto vi avvengano delle sorprese (be', un piccolo colpo di scena veramente c'è), ma in quanto l'autore ha modo di mettere la penetrazione psicologica, che fin qui sembrava essergli servita soltanto a descrivere la poco interessante psiche dell'irrimediabilmente meschino Weir, al servizio di una lezione morale. Questa riguarda il recupero di una preziosa scintilla di dignità da parte del professore, ma ha anche il gran merito di avvenire in modo convincente, senza che la metamorfosi comporti grandi cambiamenti esterni; Weir cambia solo dentro, e cambia quando, avendo avuto ragione quasi per la prima volta in vita sua, riesce a capire e a tollerare, e di conseguenza, ad acquistare una specie di forza che non aveva mai posseduto. Prima, per molto, forse per troppo tempo la sua lenta e inconsapevole maturazione era stata avvolta da una di quelle spietate descrizioni di squallore generale - violenza non sempre repressa, ignoranza, cibi unti e indigesti, bevande alcoliche ingerite senza allegria, rapporti umani in chiave di grettezza che non perdono efficacia per il fatto di capitare così spesso nella letteratura inglese del periodo. Masolino d'Amico James Barlow L'anno crudele trad. Elsa Pelitti Cuanda, pp. 430. L. 29.500

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Venezia