L'UOMO CHE DISSE TRE NO di Igor Man
L'UOMO CHE DISSE TRE NO L'UOMO CHE DISSE TRE NO MENAHEM Begin è morto all'ospedale Ichilov di Tel Aviv. L'ex primo ministro d'Israele, premio Nobel per la pace, avrebbe compiuto 79 anni il 14 di agosto. E' morto in seguito a un attacco cardiaco. Da sempre soffriva di cuore, di lui dicevano che aveva una pessima salute di ferro. Il 17 di maggio del 1977, ad ore 23, sugli schermi della tv israeliana comparve Hanoch Smith, «specialista in sociologia elettorale»; lesse poche parole: «Netto regresso dei laburisti che perdono 18 seggi; il Likud ne conquista 44. Sarà certamente Menahem Begin a formare il nuovo governo». La vittoria del Likud fu definita un colpo di Stato elettorale, la rivoluzione delle urne. Sembrò, quella notte, che tutto un mondo vacillasse: cinquantanni di egemonia laburista avevano finito per confondere lo Stato con quel partito in un rapporto di «quasi proprietà». Begin, chi è costui? A Washington non lo conosce pressoché nessuno, lo stesso Kissinger ha avuto con lui soltanto uno scambio acido di battute durante un party. Kissinger: «Lei è dunque quel signore che vuole ch'io vada al diavolo?». Begin: «Lei si sbaglia, signor segretario di Stato. Io mi auguro che lei vada in paradiso ma guardi che il paradiso bisogna guadagnarselo». Lo ricordo, la notte della vittoria elettorale, in giacca e cravatta, piccolo, paurosamente magro (era appena uscito da una crisi di cuore), tuffarsi in mezzo ai suoi sostenitori felici, le dita divaricate a V, un largo sorriso sul volto pallido. «E' una svolta nella storia del popolo ebreo e del movimento sionista», disse alla giornalista che lo intervistava per un grosso network americano, dopo averle galantemente baciato la mano. Igor Man CONTINUA A PAG. 2 SECONDA COLONNA
Persone citate: Begin, Kissinger, Menahem Begin
Luoghi citati: Israele, Tel Aviv, Washington
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