MISSIONE PLANETARIA PER BUSH di Gaetano Scardocchia

MISSIONE PLANETARIA PER BUSH E PIANO DEL PENTAGONO MISSIONE PLANETARIA PER BUSH INEW YORK L rapporto segreto del Pentagono, pubblicato domenica dal «New York Times», appartiene al novero delle cose che, in politica, si fanno ma non si dicono. Che l'America intenda restare la sola ed incontestata superpotenza mondiale è oggi un'aspirazione comprensibile e perfino ovvia: ma che i militari io proclamino ad alta voce e con una ruvidezza che non risparmia neppure le potenziali e legittime corresponsabilità dei Paesi alleati è un errore tattico e psicologico che mette in imbarazzo la leadership politica, tant'è che il Dipartimento di Stato ha preso subito le distanze dall'iniziativa parlando di «un documento interno» del Pentagono alla cui definizione la diplomazia americana sarebbe rimasta estranea. Pur affermando che gli Stati Uniti non possono essere «i poliziotti del mondo», il rapporto del Pentagono è tanto preoccupato dall'emergenza di possibili antagonisti che finisce per assegnare all'America tali e tanti compiti ed obbligazioni dà farne comunque una sorta di gendarme planetario. Al punto che, nei casi nei quali Washington non riuscisse ad agire di concerto con altri Paesi amici o alleati, i militari suggeriscono un'azione unilaterale, perché solo con un comportamento coerente, fatto di saggezza ma anche di forza, l'America può scoraggiare i potenziali nemici e competitori. In sostanza, la filosofia del Pentagono è la seguente: «La sicurezza del mondo la garantiamo noi; e perciò è bene che tutti gli altri restino al loro posto». Sia chiaro che, benché venga espressamente menzionata, la Russia (ossia il Paese che ha ereditato il patrimonio nucleare dell'Urss) non è considerata il solo possibile rivale che un giorno potrebbe rialzare la testa. In un linguaggio neppure troppo cifrato, il rapporto indica che una sfida alla supremazia statunitense può venire anche da altre parti, compresa l'Europa. La Nato va pertanto preservata non solo come strumento primario della difesa occidentale, ma come «il canale dell'influenza e della partecipazione Gaetano Scardocchia CONTINUA A PAGINA 6 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: America, Europa, Russia, Stati Uniti, Urss, Washington