Toto-vice per Luigi Abete, giovane re della Confindustria di Attilio Monti

Toto-vice per Luigi Abete, giovane re della Confindustria NOMI E GLI AFFARI Toto-vice per Luigi Abete, giovane re della Confindustria Parterre de Roi a Genova, per l'ultimo corale addio confindustriale a Sergio Pininfarina. Nella platea-piazzetta del nuovo Carlo Felice, allineati in prima fila c'erano tutti i grandi imprenditori privati e pubblici. Da Gianni Agnelli e Cesare Romiti a Franco Nobili, da Carlo De Benedetti a Gabriele Cagliari, da Pietro Marzotto a Lorenzo Necci, da Luigi Orlando a Giovanni Gambardella, da Riccardo Garrone a Mario Lupo, da Aldo Fum agalli a Carlo Lavezzari. Padroni di casa: Ettore Massiglia e Attilio Oliva. Unici big assenti: Luigi Lucchini e Leopoldo Pirelli, rappresentato da Filiberto Pittini. Assenti anche i vertici di Montedison, ma nessuno se ne è chiesta la ragione. LaSilvio Lega l'esperto de curiosità, in Lombardi fatto di poltro- il boy scout ne vuote, pun- i | jggjMI » tava sulla rinuncia semiprevista di Bettino Craxi, che ha mandato Giuliano Amato, e su quella (dell'ultim'ora) di Arnaldo Forlani, sostituito da Silvio Lega. Il quale Lega, in qualità di esperto economico de, sguazzava felice tra oneri sociali e riforme. Craxi ha voluto guastare la festa alla Confindustria. No, è perché ritent. . di non poter giocare un ruoto adeguato. Queste alcune dell i]j .itesi circolate. Quanto a Foriani, l'interpretazione era più univoca: non è venuto perché Craxi gli ha detto di non farlo. Solo Carlo De Benedetti ha azzardato un terzo più banale motivo: lo sciopero di giornali e tv. Assenti Craxi e Forlani, la parte del Gran Signore l'ha fatta il loro antagonista Giulio Andreotti, che ha chiuso la due giorni genovese rievocando il pensiero di Angelo Costa, che nel 1975 scriveva dicendosi contrario alla fiscalizzazione degli oneri sociali. Tantissimi applausi sono fioccati pure su Achille Occhetto il quale, benché inappuntabile in abito scuro (unico tocco: la cravatta blu a bolloni bianchi), si è presentato in tono alquanto dimesso ad anticipare alcuni punti del programma economico del pds, stilato da Michele Salvati. Punti sui quali la platea non poteva non dirsi d'accordo. Successo anche per Giorgio La Malfa che giocava in casa. Nella seconda giornata di convegno, at- Fedele Confalonieri traverso le pa- Carlo Callieri role di Agnelli, Assolombarda ecco arrivare l'incoronazione del successore di Pininfarina in Confindustria: Luigi Abete. Anche lui seduto al centro della prima fila. Fatto il Papa, il pensiero di tutti vola ai vice. I nomi sono già parecchi, tutti di prima grandezza, come: Giancarlo Lombardi, Gianfranco Nocivelli. Fedele Confalonieri, Carlo Callieri, Gianmarco Moratti, Claudio Cavazza. Qualcuno però fa sapere che Abete avrebbe anticipato agli amici «Non darò deleghe di nessun tipo, né politiche, né sindacali» E allora? Allora si vedrà. Intanto, altri si dicono certi che a fine anno lascerà la sede Eur il direttore generale Innocenzo Cipolletta, per il quale ci sarebbe pronta una cattedra alla Luiss. Se Cipolletta se ne va, forse potrebbe tornare da Assolombarda Daniele Kraus. Abete in Confindustria significa finalmente un «quarantenne al potere». Cosa rara, la terza età tiene saldamente in pugno le redini. E' vero però che, in Confindustria, gli ultimi anni hanno visto un ricambio. Basti pensare a Franco Caramazza, ex segretario Giovani ai tempi di Abete, divenuto responsabile della Piccola Industria al posto di Lucio Scialbi. Con i quarantenni all'Eur, sostiene un altra campana, riprenderanno forza le associazioni territoriali, quelle delle città del Nord come Milano, Brescia, Torino. Un altro trambusto potrebbe succedere Cipolletta sale in cattedra se andasse avanti il piano di portare in Confindustria l'Asap e le associazioni dei grandi gruppi pubblici. Un progetto cui si oppongono tenacemente Intersind e il suo presidente Agostino Paci, forte del totale appoggio scudocrociato. Ma la vera minaccia è un'altra, e la racconta scherzando il bresciano Vito Gnutti, industriale in corsa nelle liste del Bossi: la Confindustria del Nord, figlia legittima della futura Repubblica Cisalpina. Ufficialmente, a Genova, si sigla una sorta di tregua tra politici e industriali. Si parla di rifor¬ me, di programmi economici, di «priorità», ma si evita l'attacco diretto. «Siamo tutti un po' diavoli e un po' angeli. Ma tutti in questi anni siamo migliorati», sintetizza l'astuto presidente di un governo - definizione sua «di luna calante». Facciamo pace, e rinviamo al dopo. Il «dopo» ha già alcune pedine predisposte, come nel caso del quotidiano di Roma «Il Tempo». Una testata che, in certo senso, non trova nel gruppo Monti le giuste sinergie. Per sganciarlo sono in corso trattative tra Andrea Riffeser e la Seat, la concessionaria di pubblicità che fa capo all'Iri, guidata da andreottiani di ferro. Se la Seat accetterà di farsi carico anche di Spi e Spe, il premio sarà il controllo del quotidiano romano. Che, a quel punto, potrà aspirare a un rilancio vero. Come punto di riferimento avrà tutto il Centro-Sud. Valeria Attilio Monti Sacchi petroleditore Silvio Lega l'esperto de y i | jggjMI » Lombardi il boy scout Fedele Confalonieri Carlo Callieri Assolombarda Cipolletta sale in cattedra Daniele Kraus un ritorno Vito Gnutti il leghista Attilio Monti petroleditore

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