Il Pds si mobilita in nome del lavoro
Il Pds si mobilita in nome del lavoro verso il 5 aprile Affollata assemblea nazionale a Teatro Nuovo I Il Pds si mobilita in nome del lavoro Folla al Teatro Nuovo per l'assemblea nazionale del pds su un tema, il lavoro, che fu «cavallo di battaglia» del vecchio pei. Fabio Mussi, della direzione, aprendo i lavori l'ha sottolineato. Ha detto: «Con questa assemblea, organizzata non a caso a Torino, vogliamo rilanciare la centralità del lavoro nel nostro programma politico e confermare la scelta di continuare ad essere il partito dei lavoratori». In attesa di Achille Occhetto, impegnato a Genova all'assemblea della Confindustria, c'era gran parte della Cgil, c'era Luciano Lama, c'erano Pizzinato e Bassolino. Erano presenti Piero Fassino, Massimo Salvador!, Massimo Negarville, Domenico Carpanini, Gian Giacomo Migone. «Come la battaglia per le 8 ore era stata fondamentale nell'800, oggi lo possono essere ancora molte altre battaglie per la qualità del lavoro», ha precisato Mussi, proponendo agli uomini di sinistra che saranno eletti nel prossimo Parlamento di battersi per costituire «un vero e proprio diritto comune del lavoro per i settori pubblico e privato». Ha aggiunto: «Il governo nel- l'ultimo decennio ha fatto, e continua a fare, un uso spregiudicato delle divisioni nel mondo del lavoro come dimostra l'ultima proposta di legge governativa che prevede aumenti di oltre l'8% a 12.800 dirigenti civili e militari, mentre per il pubblico impiego, il cui contratto è fermo da due anni, si parla di un tetto massimo d'aumento del 4,5%». Alla Confindustria Mussi ha riconosciuto il merito di essere passata dall'appoggio «indiscriminato» al governo allo «stato di collisione», soprattutto contro la de. «Oggi - ha chiarito - è possibile un nuovo dialogo tra industriali e lavoratori, anche se va contrastata la politica confindustriale che punta sulla libertà di licenziare». Luciano Lama, molto applaudito, ha sollecitato il pds a battersi per «costruire un rapporto di forza diverso nel Paese». Per questo, ha aggiunto, c'è bisogno dell'apporto di tutti, anche dei padri nobili del vecchio pei. «Non stiamo lì a rimpiangere ciò che fu» ha detto con una vena polemica nei confronti di Rifondazione comunista. Alfredo Reichlin si è domandato: «Che accadrà dopo il 5 aprile?» Ed ha avvertito: «Nulla sarà più come prima. Cambierà la forma Stato, muteranno i diritti dei cittadini. Il mondo del lavoro non potrà essere soltanto spettatore. Non dimentichiamo che l'industria ha perso peso e colpi anche grazie ai grandi condottieri che spesso si sono dedicati più alla finanza (alle scalate in Borsa) che alla produzione». Critico sul passaggio dei poteri alla Confindustria: «Siamo passati dalle dichiarazioni di guerra di Romiti all'acquiescenza del de Abete». Ancora: «L'abolizione della scala mobile può essere paragonata all'uso dell'aspirina per curare il cancro determinato dal deficit pubblico». Oggi parla Occhetto, che nel pomeriggio, ore 17, terrà un comizio alle Vallette. Giuseppe Sangiorgio Piero Fassino dirigente del pds Luciano Lama ieri a Torino
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