Sgombero a Porta Palazzo

Sgombero a Porta Palazzo I locali, occupati abusivamente, dichiarati inagibili per motivi d'igiene Sgombero a Porta Palazzo Blitz, murate le soffitte degli extracomunitari Vigili e poliziotti sono arrivati alle 8 di ieri, con una squadra di muratori pronti a iniziare i lavori. E gli inquilini dello stabile di piazza della Repubblica 1 bis hanno tirato un respiro di sollievo. Dopo mesi di esposti, denunce e raccolte di firme, ieri hanno finalmente visto sgombrare e murare tutte le soffitte abitate da una cinquantina di extracomunitari. «E' la fine di un incubo - hanno detto alcuni abitanti della scala B - Così non si poteva più andare avanti». In quei sottotetti, raccontano, «ne succedevano di tutti i colori». Spaccio di droga, risse, un via vai di sconosciuti «dai traffici poco rassicuranti», retate di polizia. Una vita impossibile, per gli abitanti dello stabile che si affaccia sul mercato di Porta Palazzo. Uno degli ultimi esposti presentati alla Procura della Repubblica e al comando dei Vigili urbani sottolineava le precarie condizioni igieniche di quelle soffitte: un solo servizio igienico per tutto il sottotetto, spesso intasato dalle siringhe. Una lavatrice con lo scarico collegato alle grondaie. La spazzatura gettata direttamente giù in piazza, sui banchi del mercato. I piani sottostanti allagati, le infiltrazioni del gabinetto che macchiavano pareti e soffitti. E finalmente è arrivata l'ordinanza di sgombero, che è stata eseguita ieri. Nei giorni scorsi molti degli occupanti delle soffitte se ne sono andati: si trattava soprattutto di persone prive di permesso di soggiorno. Di loro si è persa ogni traccia. Ma nei sottotetti abitavano anche extracomunitari in regola con le leggi dell'immigrazione, molti dei quali pagavano a caro prezzo l'affitto di una soffitta. Marocchini, tunisini, un egiziano. In tutto una decina di persone. Finiranno al Sermig, o al dormitorio di via Ghedina, oppure in uno degli alberghi convenzionati con il comune. Ma c'è anche il caso di chi la soffitta l'ha regolarmente acquistata, ed è finito ugualmente per strada, con mobili e masserizie varie. El Harradi El Mustafa, 26 anni, marocchino, e il fratello Abderrahim, 21 anni. Uno camionista, l'altro operaio al montaggio in fabbrica. L'atto di vendita, stilato davanti al notaio Mario Sarto, è stato firmato il 20 dicembre dello scorso anno, quando i locali erano già stati dichiarati inabitabili dall'ordinanza dell'assessore alla Sanità (6 novembre). «Ho pagato 2 milioni e mezzo al proprietario, il signor Chieppa - dice Mustafa - ma non mi ha avvertito che la soffitta era stata dichiarata inagibile. Adesso sono senza casa. E' giusto?» Brunella Giovara

Persone citate: Abderrahim, Brunella Giovara, Chieppa, El Harradi, Mario Sarto