Il Trap prende la mira di Bruno Bernardi

Il Trap prende la mira Ancora picconate sulla Fininvest dall'allenatore della Juve Il Trap prende la mira «Così minano la nostra solidità» TORINO. Il Milan fuori, a Parma, la Juventus in casa, con il Napoli: è una giornata, quella di domani, che può offrire un brivido caldo nel braccio di ferro per lo scudetto? Giovanni Trapattoni lo spera, ma ci crede fino ad un certo punto. «Quella di Parma - assicura Trapattoni - è una trasferta molto insidiosa, ma gli emiliani dovranno usare l'intelligenza altrimenti, con un avversario espertissimo e forte come il Milan, resteranno in braghe di tela. E' un incontro delicato, come il nostro. Ed è importante che la mia Juve continui a crederci e a mantenere la giusta tensione che richiede l'alta classifica. Adesso è pronta a tutto. E, se poi non vinceremo il titolo, avremo retto il confronto in una stagione che rappresenterà una svolta, come quando, nel mio primo ciclo, arrivavamo secondi proponendoci al vertice nel torneo successivo». Più che dare «picconate» al Milan, Trap esterna contro le tv Fininvest, considerate lo strapotere dei mass-media targati Berlusconi, che il tecnico bianconero combatte da anni. E' una querelle che si trascina da mesi. Con toni duri. «Sì, c'è un'opinione televisiva mirata - polemizza Trapattoni -: alcune tv evidenziano tutto quello che accade in gara, altre invece offrono giudizi un po' isterici su squalifiche e falli. Queste ultime, sono credibili solo in parte: sia ben chiaro che non sto muovendo certe critiche al Milan-squadra che compie più del proprio dovere e merita un applauso perché nel calcio quello che conta, alla fine, è il campo». Ma le azioni di disturbo in che misura possono influire sul risultato sportivo? «Chi si lascia influenzare di più è il calciatore: al professionista del pallone ormai non bastano più la tecnica, la tattica e la preparazione atletica, ci vuole solidità psicologica», risponde Trapattoni. E chiude l'argomento. Arriva il Napoli, terzo in classifica, con al seguito tremi- la tifosi più altrettanti residenti in Piemonte e in Lombardia, e la Juventus sarà priva di Julio Cesar e Reuter, squalificati. Un problema in più? «Non è una partita scontata, anche se i nostri ricambi hanno dato risposte positive sia a livello internazionale che in Coppa Italia: l'andata, al San Paolo, poteva finire in parità e vincemmo con una prodezza di De Agostini; per ripeterci dovremo giocare al meglio perché i partenopei sono in forma ed hanno un attacco più prolifico del nostro», dice Trapattoni. E conferma che Carrera sarà libero, con Luppi terzino accanto a Kohler che si occuperà di Careca. Poiché Conte lamenta una leggera pubalgia, gli verrà preferito, in partenza, De Agostini, con Marocchi sulla fascia sinistra e Alessio a destra. Galia si occuperà di uno Zola stimolato dal duello in chiave azzurra con Roberto Baggio. Da un po' di tempo, nella Juventus, segna in prevalenza Baggio, ma Trapattoni non si preoccupa. E spiega che l'importante è creare le occasioni: «Rispetto al girone di andata, quando sfruttavamo poco le palle-gol, abbiamo sbloccato la situazione. Casiraghi e Schillaci sono anche punte di riferimento che favoriscono gli inserimenti di Baggio e degli altri compagni. Con il Genoa, la prova di Casiraghi non fa testo perché era convalescente dall'influenza. E Schillaci ha giocato molto bene propiziando, con il suo movimento, il raddoppio di Baggio». Davvero curioso il destino di Schillaci. Ora che tatticamente è in progresso, si parla sempre con maggior insistenza di una sua cessione. E domani potrebbe giocare anche contro il suo... futuro. Non è un segreto che piace al Napoli e lui, se dovesse lasciare la Juventus, preferirebbe la squadra partenopea all'Inter, alla Lazio e al Genoa che lo vorrebbero. Ma Totò darà il massimo per la Signora. Bruno Bernardi

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