Scandalo Usl di Rivoli Chieste 17 condanne di Claudio Cerasuolo

Scandalo Usl di Rivoli Chieste 17 condanne Il pm propone: interdizione perpetua Scandalo Usl di Rivoli Chieste 17 condanne «Tutte le ordinazioni erano irregolari Cera la tangente anche sulle siringhe» Se le richieste del pubblico ministero Andrea Bascheri saranno accolte, i principali imputati del processo per lo scandalo all'Usi 25 di Rivoli non potranno mai più ricoprire incarichi in enti pubblici e non faranno mai più «affari» per conto della pubblica amministrazione. Per i diciotto imputati giudicati con il rito abbreviato, il pm ha proposto 17 condanne, e l'assoluzione per l'economo del Mauriziano Aldo Castagno. Ha chiesto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per i maggiori responsabili delle corruzioni, e per gli altri l'interdizione limitata al periodo della condanna. In particolare, il pm ha proposto sei anni di reclusione e interdizione perpetua per Raffaele De Marzo, ex responsabile dell'ufficio economato della Provincia, e per il titolare della «Trau», Silvano Ceresa, principale interlocutore di De Marzo nei contratti con l'amministrazione provinciale; due anni e 6 mesi per Franco Vaglio e due anni e 4 mesi per Patrizio Tron, sempre dell'ufficio economato. Ha detto il pm Bascheri: «La colpevolezza di De Marzo e dei suoi impiegati, di Ceresa e dei rappresentanti delle ditte che lavoravano per la Trau, risulta non soltanto dalle confessioni e dalle chiamate di correità ma anche da elementi oggettivi. Tutte le ordinazioni avvenivano irregolarmente: quasi sempre al di sopra dei limiti di valore consentiti dalla legge, con ditte inesistenti perchéavevano cessato l'attività, o reali ma che agivano per conto di Ceresa. Fatti che l'imprenditore e De Marzo non potevano ignorare». Per il professor Franco Donadio, ex direttore dell'Usi 25, il pm ha proposto 5 anni e mezzo di carcere, per l'ex economo Guido Santillo, 5 anni e 4 mesi, per l'ex coordinatore Dario Domenico Caputo, 5 anni; per tutti e tre l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Ha affermato Bascheri: «Per dieci anni, dal 1978 al 1988, le ditte versarono tangenti su tutto quello che entrava all'ospedale o all'Usi di Rivoli, dagli aghi agli zoccoli degli infermieri, dalle attrezzature per le sale operatorie ai mobili e agli arredi. Dopo tutti questi anni di ruberie e di corruzione, la situazione dell'ospedale è la dimostrazione più evidente della disastrosa gestione della cosa pubblica: enormi vani abbandonati, scatole vuote piene di sporcizia; nei reparti, invece, porte da cui non passano le barelle, tubi da cui fuoriescono liquami in prossimità delle zone operative, immagini di uno sfascio amministrativo». Il pm ha proposto infine pene varianti da due a tre anni per gli altri imputati. Claudio Cerasuolo

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