Al telefono: «Brucio»

Al telefono: «Brucio» Ragazzo in fin di vita: si è addormentato con la sigaretta Al telefono: «Brucio» Ha risposto al cugino che lo aveva chiamato L'allarme al 113, iprimi soccorsi dai vicini «Brucio, aiutatemi». Gasparino Guzzetta, 23 anni, ha urlato nel telefono al cugino che lo chiamava. Ieri mattina il giovane si è ustionato gravemente in casa, in via Cigna 66. Al parente, che gli aveva telefonato per ricordargli un appuntamento, ha risposto con un grido spaventoso. «Ho sentito urlare e ho riattaccato - racconta il cugino, Luca Gulmini -. Pensavo che fosse uno scherzo. Quando ho rifatto il numero ho riconosciuto la voce di Gasparino: mi gridava "Sto bruciando, mi sono bruciato", una cosa tremenda. Ho messo giù e ho chiamato il 113». Anche i vicini di casa hanno dato l'allarme. «Erano le dieci o poco più - racconta Vincenza Paciullo, che abita al piano di sotto -. Mio marito rientrava in casa per far colazione e ha sentito odore di bruciato. E' salito a vedere». Un denso fumo nero usciva dall'appartamento dei Guzzetta, al sesto piano. Paciullo corre in casa a chiamare aiuto, poi esce di nuovo sul pianerottolo. Per le scale si trova davanti Gasparino Guzzetta, che intanto è uscito dal suo alloggio, tirandosi dietro la porta. Una scena da horror: il giovane è tutto nero di ustioni. Soltanto i pantaloni si riconoscono ancora. Dal torso in su è tutto bruciato, camicia, pelle, capelli. Il giovane è semicosciente. «Avevo una sigaretta accesa, mi sono addormentato» ripete. Quasi immediato l'arrivo di polizia, carabinieri, vigili del fuoco e ambulanza. Guzzetta è stato ricoverato nel reparto Grandi Ustionati del Cto. Là i medici gli hanno riscontrato ustioni sul 70% del corpo. La prognosi è riservata. Dell'indagine si occupano i carabinieri di Barriera di Milano. Sfondata la porta, l'alloggio appare come un antro annerito. Nella camera il pavimento in parquet è bruciato e del letto rimane soltanto la rete: il materasso a malapena si riconosce. Tutte le pareti, nell'ingressino, in bagno e in cucina, sono nere di fuliggine. Si cerca un segno, qualcosa tra le macerie. Sul tavolo della cucina c'è uno scritto, ma è vecchio. Una lettera a un'amica di quest'estate. Niente che spieghi. Una sigaretta la causa dell'incidente? I carabinieri ancora non si pronunciano, attendono i risultati della perizia. «Certo, dicono, la casa è ridotta molto male e le fiamme hanno impiegato del tempo per fare quel disastro». Gasparino Guzzetta, che abita con il padre Salvatore, soffre di disturbi psichici. In questo periodo era in cura da un medico e non lavorava. «Non si è più ripreso dalla morte della madre, due anni fa - dicono i vicini -. E' un bravo ragazzo ma tri¬ ste. Sua mamma non stava mai bene. Soffriva di cuore, aveva crisi depressive e non era autosufficiente». «Una fidanzata? No, non l'aveva - dice Vincenza Paciullo -. Forse si sentiva solo, d'altra parte il padre che poteva fare? Doveva lavorare, che cosa mangiavano se no?». Il padre Salvatore Guzzetta piange. «Non me ne va bene una», ripete stringendo i pugni contro un destino che gli ha dato tanti dolori. Cristina Caccia La casa di vìa Cigna 66, dove ieri c'è stato l'incendio. A destra Gasparino Guzzetta, 23 anni, viene portato via dai soccorritori. Al Cto i medici gli hanno riscontrato ustioni al 70%. La prognosi è riservata

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