Diaz, l'ascendenza di Segovia si sente di A. Bl.

Diaz, l'ascendenza di Segovia si sente Recital per la «Tempia» all'Auditorium Diaz, l'ascendenza di Segovia si sente TORINO. Ospite dell'Accademia Corale «Stefano Tempia», Alirio Diaz ha trovato ad accoglierlo all'Auditorium un pubblico caloroso e partecipe. Tra le varie tipologie di approccio alla chitarra che hanno differenziato e differenziano tuttora diverse scuole e tendenze, il maestro venezuelano, giunto alle soglie del settantesimo compleanno, predilige un rapporto con lo strumento più intuitivo che filologico tendendo costantemente all'effetto. L'ascendenza segoviana evidente anche nell'esecuzione dell'«Andante», «Minuetto», «Rondò» che lo stesso Segovia usava riunire traendoli da tre distinte composizioni di Fernando Sor, si riflette come sempre in Diaz in un personalissimo modo di fare musica. Indubbiamente la forza di grande espressività si è sentita nei ritmi danzanti e caldi dei tre brani spagnoli di Regino Sainz De La Maza e nelle «Quatro Canciones Castellanas» del fratello Eduardo Sainz De La Maza di cui ha concesso ancora una pagina fuori programma. Della «Sonata Romantica», quella che Manuel Ponce scrisse in omaggio a Schubert assorbendone l'eredità spirituale, abbiamo gradito particolarmente la cantabilità intimista dell'«Andante espressivo» che si è imposto sui tempi brillanti. Anche la «Sonata per chitarra» di Paganini ha trovato la migliore espressione nella dolcezza della «Romanza» racchiusa tra 1'«Allegro risoluto» e un «Andantino variato» di schietta tradizione. Diretto è il contatto con il pubblico ormai avvezzo ad ascoltarlo soprattutto nel suo repertorio più congeniale, quello latino-americano con i colori a tinte forti di una cultura che Diaz ama far conoscere nelle sale da concerto europee. Affrontare i «classici» con questo spirito può dare adito a qualche perplessità per chi è abituato ai rigori della filologia ma, certo, impone un modo di esprimersi che affida all'interprete il ruolo di protagonista. [a. bl.]

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