I Depardieu padre e figlio di Alessandra Levantesi

I Depardieu padre e figlio PRIME CINEMA Il film di Corneau adorato in Francia I Depardieu padre e figlio INCORONATO da 7 Césars, questo film raffinato ed elitario è stato adorato in Francia da un pubblico recentemente riportato al gusto del barocco musicale e del suo strumento principe, la viola da gamba, grazie alle celebrazioni del tricentenario della morte di Lully (1987). Sull'epoca d'oro di Luigi XD7 sia il romanzo di Pascal Guignard (Frassinelli), sia il film sceneggiato dallo scrittore stesso con il regista Alain Corneau, si affacciano da un osservatorio lontano dall'ufficialità della storia: la casa dove - con le figlie Madeleine e Toinette - vive segregato, dopo il decesso dell'adorata moglie, Sainte Colombe, reputato maestro di viola e personaggio misterioso che non volle consegnare ai posteri né la sua musica né la sua biografia. Prendendo spunto dal fatto che Mann Marais, musicista di Corte di cui si possiedono invece notizie e partiture, fu allievo di Sainte Colombe, si immagina mi contrastato rapporto tra i due violisti rappresentanti visioni opposte dell'arte, l'una austera e l'altra mondana. Per lunghi anni Marais, respinto dal maestro, girerà intorno all'anziano virtuoso nel tentativo di penetrare il segreto della sua musica. Ci riuscirà quando il suicidio di Madeleine, da lui sedotta e abbandonata, lo avrà reso sensibile ai temi del rimpianto e della morte. Molto bello nel romanzo, il mo¬ mento in cui le acque di due esistenze vissute in maniera diversa - Sainte Colombe rivolto al mondo delle ombre da cui ogni tanto riesce a evocare la moglie e Marais tutto teso a consumare il presente - confluiscono in un unico fiume, viene guastato nel film dai macchinosi espedienti di far raccontare la vicenda in flash-back da Marais vecchio, sdoppiato in Gerard e Guillaume Depardieu, padre famoso e figlio debuttante. Sicché è più difficile partecipare alla trasformazione un ragazzo impetuoso e sensuale in un uomo consapevole della fragilità umana. Quest'unica infedeltà il potenziale emotivo dell'intreccio e rende un po' imbalsamato un film di ottima fattura e assai ben interpretato, soprattutto dal corrusco Jean-Pierre Marielle e dalla trepida Anne Brochet. Come se il rigore formale derivasse da una scelta di testa e non dall'ispirazione. Alessandra Levantesi TUTTE LE MATTINE DEL MONDO (Tous les matins du monde) di Alain Corneau con Jean-Pierre Marielle Gerard Depardieu, Guillaume Depardieu, Anne Brochet Francia, 1992, drammatico Charlie Chaplln di Torino; Colosseo di Milano; Quii-Inetta di Roma

Luoghi citati: Francia, Milano, Roma, Torino